martedì 3 novembre 2009

Castellammare, le accuse di Persico

«Non è la camorra che tenta di infiltrare il Pd, ma sono pezzi di un partito debole e diviso che utilizzano ambienti e persone vicine ai clan». Non fa sconti Paolo Persico, commissario del circolo Pd di Castellammare di Stabia. E punta il dito contro le degenerazioni del suo partito, rovesciando uno schema consolidato: non è la camorra che si muove verso il Pd, ma al contrario sono «pezzi di partito» che vanno verso i clan, «in una spasmodica ricerca di consenso interno e di peso specifico. Castellammare – sottolinea Persico – non è un episodio isolato. Ognuno di noi che ha avuto un legame con la vicenda politica e culturale della cittadina in questi decenni è rimasto scosso dalla scoperta, tra gli iscritti al Partito democratico, di persone riconducibili a clan della camorra». Il commissario allude a Catello Romano, il giovane killer iscritto al Pd che partecipò all´omicidio di Luigi Tommasino, consigliere comunale dello stesso partito assassinato a Castellammare il 3 febbraio 2008. Romano, oltre che iscritto, era anche stato candidato in una lista per l´elezione del direttivo cittadino del partito.Da quando sono emersi questi dati, spiega Persico, «si sono rincorse analisi e valutazioni. Ma il punto di partenza, a mio modo di vedere, è opposto al tentativo di lettura proposto da alcuni». Per il commissario sono stati pezzi del partito a usare i clan, non viceversa. «Per l´elezione del direttivo locale a Torre Annunziata si presentarono in massa a votare persone notoriamente legate al traffico di droga e ai clan locali». Ma i dirigenti locali contrastarono il fenomeno «lavorando per un tesseramento più limpido trasparente». Casi analoghi, non meno inquietanti, si sono verificati in diversi comuni delle province di Napoli e di Caserta. In molti di questi casi, ricorda Persico, «siamo riusciti a intervenire. In altre realtà bisognerà ritornarci con obiettività e rigore».Una spirale che rischia di aggravarsi nei prossimi mesi. «Si guardi – insiste il commissario del Pd – agli atti di molte amministrazioni di centrodestra. È tempo di reagire – scandisce Persico – a Castellammare e in tutta la Campania. Ce lo chiedono i tanti che hanno partecipato spontaneamente alle primarie, ce lo impone una società stanca di essere additata come terra di nessuno. A Castellammare abbiamo dato vita, nella sede storica del corso Vittorio Emanuele all´Antenna per la legalità. Si può vincere questa guerra se la politica compie un´operazione di verità e di svolta». Quasi a confortare Paolo Persico giunge l´intervista concessa dal segretario regionale Pd Enzo Amendola a Lilli Gruber, su La7. «Se Bassolino fosse condannato farebbe meglio a cedere il passo, penso che tutti siano uguale davanti alla legge e che cittadini meritino una classe politica rispettabile». Contro il governatore, precisa Amendola, «al momento è avviato un procedimento penale». (di Antonio Tricomi da la Repubblica Napoli)

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