mercoledì 16 marzo 2011

Nucleare tra paura e ragione

Il terremoto in Giappone e la susseguente emergenza nucleare causata dall’esplosione della centrale di Fukushima non hanno lasciato indifferente l’Italia e il mondo intero, che ora stanno riflettendo sui rischi di questo tipo di tecnologia. Sull’argomento vi segnalo l’opinione di Angelo Panebianco, apparsa quest’oggi, sul Corriere della Sera. “…È giusto interrogarsi sull'atomo – scrive l’editorialista - e sui suoi pericoli, pretendere che si faccia tesoro delle esperienze dolorose e che si correggano gli eventuali errori, che i controlli siano esigenti, che la ricerca e le applicazioni della tecnologia della sicurezza siano sempre meglio sviluppate. Ma è anche necessario non smarrire il filo della razionalità. Senza rischi e assunzione di rischi non ci sarebbe mai stato alcun progresso tecnico-scientifico: quel progresso grazie al quale, nelle moderne società industriali, ad esempio, è crollata la mortalità infantile e gli uomini vivono assai più a lungo di un tempo. Non c'è dinamismo sociale possibile che non porti con sé pericoli. Perché non è possibile rinunciare all'atomo? Perché, anche se non potremo liberarci ancora per lungo tempo dalla dipendenza dal petrolio, è vitale diversificare le fonti di energia e quella atomica resta, dopo petrolio e gas, la più importante…”

La trappola radioattiva
Studenti, leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene non disertate il referendum. Ora sarebbe un suicidio

Di Adriano Celentano da il Corriere della Sera

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