Fonte: Gimmo Cuomo dal Corriere del Mezzogiorno
Il Consiglio regionale prima svuota, con un travagliato voto trasversale che ha sancito una dolorosa spaccatura all’interno dei gruppi consiliari tra i rappresentanti napoletani e quelli delle altre province, il principio della provincializzazio-ne dello smaltimento dei rifiuti, sancito da una legge del 2007; poi evita di dare alle nuove disposizioni forza di legge, rimandando l’approvazione finale del testo del disegno di legge per consentire al governatore Stefano Caldoro di intervenire in aula sull’argomento. Se le modifiche dovessero diventare legge, «la definizione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti» non spetterebbe più alle Province che si limiterebbero solo ad esprimere un parere in merito. Inoltre, «la delimitazione degli ambiti territoriali ottimali perla gestione dei rifiuti urbani e assimilati» e «l’esercizio del potere sostitutivo nei confronti delle Province in caso di inadempienza nello svolgimento delle funzioni amministrative» saranno «esercitate dal presidente della giunta regionale, sentito l’assessore delegato».
Ancora modifiche. Scomparirà la valutazione prioritaria dei «territori provinciali quali ambiti territoriali ottimali», e l’identificazione degli stessi ambiti territoriali ottimali col territorio di ciascuna provincia. In parole più semplici, si aprirà la i porta allo smaltimento e trattamento dei rifiuti della provincia di Napoli fuori dalla stessa, cioè, ancora più chiaramente, nelle discariche di Savignano Irpino, di Sant’Arcangelo Trimonte e di San Tammaro. Un provvedimento quanto mai opportuno visto il ridimensionamento della discarica di Chiaiano per ragioni di sicurezza ambientale dopo l’inchiesta che ha appurato la fuoriuscita di percolato. Tra l’altro lo sversatoio napoletano chiuderà il 15 maggio. Lo strumento per attuare il dietro front è contenuto in un subemendamento alla legge sismica, presentato dal leader del gruppo Caldoro presidente Gennaro Salvatore. La proposta suscita subito il risentimento dei consiglieri non napoletani. Molti di questi, a prescindere dall’appartenenza politica, abbandonano l’aula in segno di protesta. Visibile la contrarietà del vicepresidente della giunta Giuseppe De Mita che abbandona l’aula discutendo ad alta voce con alcuni consiglieri del Pdl. Via anche l’assessore Edoardo Cosenza. Il difficile ruolo del pompiere tocca al capogruppo del Pdl Fulvio Martusciello. «Abbiamo proposto in aula — afferma — di derogare all’assurdo principio della provincializza-zione dei rifiuti. Ci siamo ritrovato contro coloro che non hanno a cuore l’interesse della città di Napoli e della Campania. Siamo sicuri che il presidente Caldoro chiuderà con il consueto coraggio l’approvazione della legge a cui manca solo la votazione finale». Accuse alla maggioranza arrivano dal capogruppo del Pse Gennaro Oliviero, che parla di «gravissimo colpo di mano degli uomini di Caldoro», e dal gruppo del-l’Idv che denuncia: «L’Udc abbandona l’aula per dissenso politico, mentre ben 18 consiglieri di maggioranza non partecipano al voto». Affonda il colpo il capogruppo del Pd Peppe Russo. «Nonostante —evidenzia — il nostro atteggiamento di responsabilità e benché avessimo più volte segnalato la necessità di modifiche alla legge regionale sui rifiuti, il centrodestra per contraddizioni interne non è riuscito a prendere un’efficace e risolutiva decisione. Non oso immaginare quello che succederà nella città di Napoli di qui a pochi giorni, stante la chiusura della discarica di Chiaiano». Approvati e congelati anche altri due provvedimenti: l’estensione anche al Consiglio della possibilità (negata dall’ultima finanziaria) di ricorrere a personale comandato e la riduzione da 5 a 3 anni dei contratti dei manager delle Asl
Il Consiglio regionale prima svuota, con un travagliato voto trasversale che ha sancito una dolorosa spaccatura all’interno dei gruppi consiliari tra i rappresentanti napoletani e quelli delle altre province, il principio della provincializzazio-ne dello smaltimento dei rifiuti, sancito da una legge del 2007; poi evita di dare alle nuove disposizioni forza di legge, rimandando l’approvazione finale del testo del disegno di legge per consentire al governatore Stefano Caldoro di intervenire in aula sull’argomento. Se le modifiche dovessero diventare legge, «la definizione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti» non spetterebbe più alle Province che si limiterebbero solo ad esprimere un parere in merito. Inoltre, «la delimitazione degli ambiti territoriali ottimali perla gestione dei rifiuti urbani e assimilati» e «l’esercizio del potere sostitutivo nei confronti delle Province in caso di inadempienza nello svolgimento delle funzioni amministrative» saranno «esercitate dal presidente della giunta regionale, sentito l’assessore delegato».
Ancora modifiche. Scomparirà la valutazione prioritaria dei «territori provinciali quali ambiti territoriali ottimali», e l’identificazione degli stessi ambiti territoriali ottimali col territorio di ciascuna provincia. In parole più semplici, si aprirà la i porta allo smaltimento e trattamento dei rifiuti della provincia di Napoli fuori dalla stessa, cioè, ancora più chiaramente, nelle discariche di Savignano Irpino, di Sant’Arcangelo Trimonte e di San Tammaro. Un provvedimento quanto mai opportuno visto il ridimensionamento della discarica di Chiaiano per ragioni di sicurezza ambientale dopo l’inchiesta che ha appurato la fuoriuscita di percolato. Tra l’altro lo sversatoio napoletano chiuderà il 15 maggio. Lo strumento per attuare il dietro front è contenuto in un subemendamento alla legge sismica, presentato dal leader del gruppo Caldoro presidente Gennaro Salvatore. La proposta suscita subito il risentimento dei consiglieri non napoletani. Molti di questi, a prescindere dall’appartenenza politica, abbandonano l’aula in segno di protesta. Visibile la contrarietà del vicepresidente della giunta Giuseppe De Mita che abbandona l’aula discutendo ad alta voce con alcuni consiglieri del Pdl. Via anche l’assessore Edoardo Cosenza. Il difficile ruolo del pompiere tocca al capogruppo del Pdl Fulvio Martusciello. «Abbiamo proposto in aula — afferma — di derogare all’assurdo principio della provincializza-zione dei rifiuti. Ci siamo ritrovato contro coloro che non hanno a cuore l’interesse della città di Napoli e della Campania. Siamo sicuri che il presidente Caldoro chiuderà con il consueto coraggio l’approvazione della legge a cui manca solo la votazione finale». Accuse alla maggioranza arrivano dal capogruppo del Pse Gennaro Oliviero, che parla di «gravissimo colpo di mano degli uomini di Caldoro», e dal gruppo del-l’Idv che denuncia: «L’Udc abbandona l’aula per dissenso politico, mentre ben 18 consiglieri di maggioranza non partecipano al voto». Affonda il colpo il capogruppo del Pd Peppe Russo. «Nonostante —evidenzia — il nostro atteggiamento di responsabilità e benché avessimo più volte segnalato la necessità di modifiche alla legge regionale sui rifiuti, il centrodestra per contraddizioni interne non è riuscito a prendere un’efficace e risolutiva decisione. Non oso immaginare quello che succederà nella città di Napoli di qui a pochi giorni, stante la chiusura della discarica di Chiaiano». Approvati e congelati anche altri due provvedimenti: l’estensione anche al Consiglio della possibilità (negata dall’ultima finanziaria) di ricorrere a personale comandato e la riduzione da 5 a 3 anni dei contratti dei manager delle Asl
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