Piano di Sorrento - Domani 29 marzo dalle ore 9,00 alle ore 18,00 a Villa Fondi a Piano di Sorrento si terrà il Corso BLSD ( Basic Life Support Defibrillation ) per laici e forze dell’Ordine preparato dal Rotary Club Penisola Sorrentina presidente Franklin Picker in collaborazione con la GIEC – Gruppo per l’Intervento nelle emergenze cardiologiche presidente prof. Maurizio Santomauro, cardiologo Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento di Medicina Clinica Scienze Cardiovascolari e Immunologiche con lo scopo di formare questo personale all’uso del defibrillatore e alle manovre della rianimazione polmonare. Istruttori Adolfo Caiazzo caposala dell UTIC (Unità terapia intensiva cardiologia) dell’Ospedale di Sorrento, Caccaviello Luigi, caposala Pronto Soccorso, Raffaella Morvillo infermiera Sala Operatoria e Carmine Liguori attivamente coinvolti grazie anche all’impegno del primario cardiologico Costantino Astarita. In considerazione delle morte improvvise che spesso avvengono in penisola sorrentina da parte di persone colpite da malore inaspettato e bisognoso di soccorso. Lo svolgimento del Corso nella mattinata dalle ore 9,00 alle 12,00 sarà dedicato alla parte tecnica, a nozioni su come si interviene all’evenienza di una persona colpita da malore improvviso e dalle ore 14,00 alle 18,00 alla parte pratica con verifica finale dell’apprendimento dei partecipanti.
In Italia si è stimato che ogni anno muoiono circa 60.00 persone per arresto cardiaco. Numerosi studi hanno dimostrato l’importanza del primo soccorso fornito da soccorritori non medici, ma ben addestrati nel ridurre mortalità e complicanze poiché tali procedure risultano efficaci solo se attivate con tempestività. L’Intervento del 118 può infatti non essere abbastanza rapido, al contrario di quello che si trova già sul posto. Se il cuore ed i polmoni si fermano cessa il rifornimento di sangue e ossigeno a tutto il corpo ma ad essere danneggiato è soprattutto il cervello, capace di resistere circa 7 minuti. L’arresto cardiorespiratorio costituisce l’evenienza clinica in assoluto più critica e di drammatica rilevanza. Le procedure terapeutiche che si sono dimostrate più efficaci per prevenire il danno ipossico cerebrale, determinante in questi casi nel condizionare la prognosi e la qualità di vita dei pazienti sopravvissuti, sono stabilite da tempo e sono note al personale ospedaliero ed extraospedaliero che effettua servizio sui MSA appartenenti al 118 con a bordo equipaggi abilitati ad eseguire tale manovra..Tuttavia, come conseguenza della rarefatta dislocazione di tali mezzi, i tempi di intervento in questi casi risultano essere ancora eccessivamente lunghi, rispetto al sopraggiungere ed al progredire del danno. Con la legge n° 120 del 3 aprile 2001 “si consente l’uso del defibrillatore semiautomatico in sede extraospedaliera anche al personale sanitario non medico che abbia ricevuto una formazione sulle procedure di rianimazione cardio-polmonare”. “Con questo potenziale utilizzo diffuso dei defibrillatori si realizza l’anticipazione del terzo anello della catena della sopravvivenza e l’attenzione che nella penisola sorrentina dell’ospedale si pone sulla defibrillazione precoce consentirà un intervento tempestivo grazie alla distribuzione capillare di MSB” afferma il professor Maurizio Santomauro che conduce questa campagna attivamente e con la professionalità e che gli è innata.
In Italia si è stimato che ogni anno muoiono circa 60.00 persone per arresto cardiaco. Numerosi studi hanno dimostrato l’importanza del primo soccorso fornito da soccorritori non medici, ma ben addestrati nel ridurre mortalità e complicanze poiché tali procedure risultano efficaci solo se attivate con tempestività. L’Intervento del 118 può infatti non essere abbastanza rapido, al contrario di quello che si trova già sul posto. Se il cuore ed i polmoni si fermano cessa il rifornimento di sangue e ossigeno a tutto il corpo ma ad essere danneggiato è soprattutto il cervello, capace di resistere circa 7 minuti. L’arresto cardiorespiratorio costituisce l’evenienza clinica in assoluto più critica e di drammatica rilevanza. Le procedure terapeutiche che si sono dimostrate più efficaci per prevenire il danno ipossico cerebrale, determinante in questi casi nel condizionare la prognosi e la qualità di vita dei pazienti sopravvissuti, sono stabilite da tempo e sono note al personale ospedaliero ed extraospedaliero che effettua servizio sui MSA appartenenti al 118 con a bordo equipaggi abilitati ad eseguire tale manovra..Tuttavia, come conseguenza della rarefatta dislocazione di tali mezzi, i tempi di intervento in questi casi risultano essere ancora eccessivamente lunghi, rispetto al sopraggiungere ed al progredire del danno. Con la legge n° 120 del 3 aprile 2001 “si consente l’uso del defibrillatore semiautomatico in sede extraospedaliera anche al personale sanitario non medico che abbia ricevuto una formazione sulle procedure di rianimazione cardio-polmonare”. “Con questo potenziale utilizzo diffuso dei defibrillatori si realizza l’anticipazione del terzo anello della catena della sopravvivenza e l’attenzione che nella penisola sorrentina dell’ospedale si pone sulla defibrillazione precoce consentirà un intervento tempestivo grazie alla distribuzione capillare di MSB” afferma il professor Maurizio Santomauro che conduce questa campagna attivamente e con la professionalità e che gli è innata.
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