sabato 3 novembre 2012

Vico Equense - Intervista al dirigente regionale del PD Amalia Durazzo

Amalia Durazzo e Pier Luigi Bersani
Signora Durazzo, dopo una lunga esperienza politica a Vico che l’ha vista svolgere ruoli di primo piano, compreso quello di Presidente del Consiglio Comunale, al fianco di Carlo Fermariello e di Nino Savarese, da qualche tempo nel suo partito è impegnata a livello regionale. Ci racconta brevemente questa sua esperienza? Nel 2009 sono stata eletta nel corso delle primarie del PD all’assemblea regionale. In questa sede sono stata eletta nella Direzione Regionale del PD ed il Segretario Regionale Amendola mi ha chiamata ad occuparmi delle questioni relative ai diritti civili nella Segreteria Regionale del PD. In questa veste mi sono occupata delle questioni relative a coppie di fatto, procreazione assistita, diritti di genere ed anche delle questioni legate alla integrazione degli immigrati. E’ stata una esperienza esaltante ed intensa, nel corso della quale sono stata chiamata ad intervenire a numerosi Convegni e manifestazioni e ad elaborare proposte legislative da sottoporre agli organi nazionali. Nel frattempo sono stata impegnatissima anche sul fronte delle questioni femminili, organizzando la straordinaria manifestazione del 13 febbraio 2011 “Se non ora quando”, finita, tra l’altro, anche sulla prima pagina del quotidiano francese Parisienne. In questo momento di cosa si occupa? L’esperienza in Segreteria si è conclusa quando il segretario Amendola, di fronte al deludente risultato delle elezioni comunali di Napoli, ha deciso di costituire una Segreteria “tecnica”. Ma io ho continuato ad interessarmi delle questioni su cui già ero impegnata. Infatti sono componente del Forum Nazionale dell’Immigrazione, del Coordinamento regionale delle Donne PD, Delegata alla Conferenza Nazionale delle Donne Democratiche e, di recente, sono stata eletta all’Assemblea Provinciale di Napoli del PD.

Signora Durazzo, in questi giorni tiene banco la discussione interna al PD sulle primarie. Qual è la sua posizione? Ritengo molto utile il dibattito interno al PD sulla questione del rinnovamento. Su questo devo dare atto a Renzi di aver posto con forza, seppure in maniera che ritengo un po’ rozza ed approssimativa, la questione. Non credo si tratti di rottamare nessuna persona. Le persone non si rottamano. Credo invece che sia intollerabile assistere ad una classe dirigente che non si rinnovi e presenti invece sempre le stesse facce. In questa operazione di rinnovamento vero, credo che Pierluigi Bersani sia capace di maggiore incisività. Io sostengo la candidatura del Segretario del PD per una serie di ragioni: come dicevo, maggiore credibilità sul piano di un vero rinnovamento insieme alla capacità di rimanere ancorato alle radici popolari della sinistra italiana. D’altronde, nella sua esperienza di Ministro del Governo Prodi, ha dimostrato una capacità innovativa inusuale per la politica italiana. Quelle che sono state definite le sue “lenzuolate” sono state l’unico tentativo di togliere le ingessature alla società italiana e di facilitarne innovamento e sviluppo. Il tutto è stato poi affossato dagli insignificanti governi Berlusconi. Per questo motivo, ho in animo di costituire nei prossimi giorni anche a Vico un Comitato di sostegno alla candidatura Bersani. Sulla politica vicana ed in particolare sulle condizioni della sinistra a Vico, qual è il suo pensiero? A Vico il PD ha conosciuto alle ultime elezioni un momento di grave crisi. Il misero risultato del 4% circa ottenuto, rispetto a percentuali di oltre il 20% di altre elezioni, è stato determinato dalle divisioni gravi e, spesso, insanabili del gruppo dirigente e dalla conduzione di una opposizione distante dal sentire comune. Quel risultato ha portato ad una crisi organizzativa del Partito a cui credo sia stata data una soluzione insufficiente. Piuttosto che costituire un gruppo di reggenza a termine, come è stato fatto, sarebbe stato meglio si fosse andati subito ad un congresso di rifondazione. Rifondazione? In che senso? Nel senso che sarebbe stato necessario costituire un gruppo dirigente del tutto nuovo. Sarebbe stato necessario un bagno di umiltà del Partito ed un’apertura a quanto si muove nella Società Civile. Si riferisce al Movimento di Aldo Starace? Anche. Vede, io credo che Aldo Starace, pur nella grave sconfitta della coalizione di Centro Sinistra, sia una grande risorsa per Vico. In un momento difficile ci ha messo la faccia ed è riuscito a portare alla politica decine di giovani e di personalità non più giovani che altrimenti sarebbero stati alla finestra. Si tratta di un patrimonio che non va né sottovalutato né lasciato ad altri. Ma non mi riferisco solo a IN Movimento per Vico. Ci sono fermenti nella Città che vanno valorizzati e che il PD deve ascoltare: gruppi ambientalisti, EcoOnda, i movimenti dei cittadini su singole questioni (antenne, trasporti, ecc.). In breve, qual è la sua proposta per portare il Pd fuori dalla sua crisi? Semplice. Enzo De Luca spesso dice “Bisogna cambiare tutto”. Primo: un gruppo dirigente tutto rinnovato in cui quanti si sono resi protagonisti di vecchie diatribe interne facciano un passo indietro, sottoscritta compresa. E poi? Il Pd dovrebbe lanciare l’idea di un Forum di consultazione permanente del Centro Sinistra, in cui le forze politiche, sociali, ambientali, culturali che si oppongono al degrado della Città cui abbiamo assistito in questi anni, si vedano su tutte le questioni politiche ed amministrative del nostro Comune ed elaborino delle proposte unitarie. Insomma il Centro Sinistra di Vico va ricostruito su basi nuove, con donne e uomini nuovi. Con idee nuove. Guardando al di là del proprio interesse personale o di partito e, soprattutto, al di la del proprio naso. Qualche considerazione finale? Più che altro vorrei fare un appello alla partecipazione alle Primarie. Sono una straordinaria occasione che non può essere svilita. Non è e non deve essere una iniziativa di questo o di quel partito. E’ un’occasione di partecipazione di quel popolo di Centro Sinistra che in altre occasioni ha dato grandi prove di unità. Vede, io sono nostalgica del maggioritario uninominale, quando ci si univa, al di là delle appartenenze a questo o a quel partito, su un obiettivo comune ed il candidato era costretto a scendere in mezzo alla gente. Spero che quell’esperienza e quella straordinaria fase dell’Ulivo non vengano affossate o dimenticate. Quindi il 25 novembre spero di vedere quello che è stato il popolo dell’Ulivo, dei partiti, delle associazioni, dei movimenti che unito si rechi ai seggi per fare questa scelta collettiva che darà più forza al candidato vincente che spero sia Bersani.

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