martedì 18 dicembre 2012

Stop all’abusivismo edilizio

Legambiente presenta tutti i dati abusivismo dei cinque capoluoghi di provincia 

Regione Campania - Ville con piscina, seconde case costruite in riva al mare, in un’area protetta o in zone a rischio idrogeologico, desolanti scheletri in cemento mai terminati. Sono il risultato dell’abusivismo edilizio, un fenomeno illegale consolidato e diffuso in Campania , anche grazie all’inerzia delle istituzioni preposte a contrastarlo, agli interessi della criminalità organizzata e a una carente programmazione urbanistica. Senza contare la politica dei condoni che alimenta una nuova colata di cemento fuorilegge. Dal 2000 al 2011 secondo una ricerca realizzata da Legambiente sui cinque comuni capoluogo di provincia, sono state emesse 18.111 ordinanze di demolizioni, mentre ne sono state eseguite solo 828 (il 4,5%). Napoli è la città con il maggior numero di ordinanze di demolizione emesse negli ultimi 11 anni. Il capoluogo campano conta 16.837 provvedimenti, di cui riesce a portarne a termine solo 710, pari al 4% delle ordinanze. SegueSalerno con 858 ordinanze emesse e 68 eseguite pari al 7% delle ordinanze. Va meglio a Benevento dove su 46 ordinanze emesse sono 10 quelle eseguite. Caserta invece su 370 ordinanze emesse sono state eseguite 40 apri all’11%. Dati allarmanti- denuncia Legambiente- che indicano come il fenomeno continui a prosperare in tutta la regione , devastando il paesaggio e alimentando una filiera del cemento illegale, intorno alla quale ruotano interessi non indifferenti. Accanto al “buco nero” delle demolizioni, i risultati della ricerca evidenziano l’esistenza di una vera e propria eredità avvelenata dei precedenti condoni edilizi, rappresentata da centinaia di migliaia di richieste inevase, presentate in occasione delle leggi 47/1985, 724/1994 e 326/2003.

Complessivamente nei cinque capoluoghi di provincia- dichiara Legambiente- le domande presentate sono state 116.743, quelle respinte 1.357, mentre quelle ancora in attesa di una risposta sono ben 61.342 , pari al 52,5% del totale. In soldoni solo nelle 5 città capoluogo 116mila abusi edilizi, alla media 11mila all’anno. Il grosso delle quali risale addirittura al primo condono, quello del 1985. Il primo comune come numero di domande è quello di Napoli , con circa 85mila richieste di cui 47.818 ancora senza risposta. Segue Salerno con 14.876 domande di condono e 9.166 ancora in attesa di risposta , pari al 61% del totale. Subito dopo Avellino con 7.633 richieste di condono e 989 ancora senza risposte. Caserta registra5.250 richieste complessive di condono e 1.844 in attesa di risposta. Legambiente ha perciò presentato un disegno di legge, contenente integrazioni e modifiche normative, per superare le difficoltà emerse finora nell’attuazione delle norme in vigore e per rendere più efficace e tempestivo l’iter delle demolizioni. In particolare servono maggiori azioni di contrasto, partendo prima di tutto dal potenziamento dei poteri delle autorità preposte, ridefinendo disposizioni e tempi per le attività di demolizione, e prevedendo sanzioni più severe, fino alla misura estrema dello scioglimento dell’ente locale inadempiente sul fronte delle demolizioni e del completamento dell’esame delle domande di sanatoria edilizia. Non bisogna mai dimenticare, peraltro, che ad alimentare il fenomeno dell’abusivismo edilizio è anche la connivenza delle pubbliche amministrazioni con la criminalità organizzata. L’analisi dei decreti di scioglimento delle amministrazioni locali condizionate dalla mafia restituisce un dato inequivocabile: l’81% dei Comuni sciolti in Campania dal 1991 ad oggi, vede, tra le motivazioni, un diffuso abusivismo edilizio, casi ripetuti di speculazione immobiliare, pratiche di demolizione inevase. Il record va alla provincia di Napoli, con l’83% di Comuni commissariati anche per il mattone illegale, percentuale che scende al 77% per quelli in provincia di Caserta. In altri termini, oltre un milione di cittadini almeno una volta sono stati amministrati dalla camorra del cemento: un impasto di complicità tra clan e compiacenza di costruttori, uffici tecnici e politici. E c’è poi l’incessante tentativo di alcuni parlamentari di fare passare un quarto condono edilizio. O meglio, di riaprire i termini del terzo condono, quello del 2003, per farci rientrare le case abusive della Campania che non hanno potuto beneficiarne perché escluse da una legge regionale, la n.16 del 2004. E devono essere tante, queste case. Oppure sono di gente molto importante. Solo così si spiega la pervicacia con cui una pattuglia di senatori eletti in Campania che prova con ogni mezzo da quasi tre anni a fare votare il condono. Ultimo in ordine di tempo si è prestato alla causa il senatore Giovanardi, presentando un emendamento al decreto stabilità pressoché identico ai precedenti. Ne abbiamo contati diciassette, comprendendo anche la sanatoria catastale del ministro Tremonti (ma potrebbe essercene sfuggito qualcuno). E, almeno per ora, sono tutti miseramente falliti. “Oltre che sventare i continui tentativi di riaprire i termini della sanatoria edilizia del 2003, l’ultimo dei quali appena una settimana fa – ha commentato Anna Savarese, vicepresidente di Legambiente Campania - è utile proporre strumenti in grado di monitorare e contrastare il fenomeno dell’abusivismo edilizio. E’ in Campania è sempre in agguato l’arrivo di una nuova valanga di cemento qualora venisse approvato il ddl regionale sul paesaggio in discussione in consiglio regionale: stiamo parlando di una vera e propria piaga che contribuirà ad aggravare il consumo di suolo e il rischio idrogeologico.” Ripristinare la legalità e sottrarre guadagni illeciti alla criminalità; mettere in sicurezza il territorio e chi lo abita; liberare il paesaggio dai manufatti illegali, che ne deturpano la bellezza, principale risorsa economica del nostro paese: sono questi, insomma, gli obiettivi del ddl e della campagna “Abbatti l’Abuso”, l’iniziativa promossa da Legambiente per dire stop al cemento illegale.

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