giovedì 4 aprile 2013

L’Italia della crisi, al museo Correale c’è Napoletano

Sorrento - Ritrovare la voglia di reagire in un grave momento per il Paese e tentare di vincere la battaglia contro la crisi. Un modo come un altro per rimanere aggrappati alla «speranza» italiana e ripartire, più determinati di prima. E’ l’invito di Roberto Napoletano, direttore de «Il Sole 24 ore» che oggi presenterà - alle 16 - il suo nuovo libro, «Promemoria italiano. Quello che abbiamo dimenticato, quello che dobbiamo sapere, quello che dovremmo fare». Appuntamento nella Sala degli specchi del Museo Correale di Terranova organizzato dall’Associazione Amiche del Museo Correale nell’ambito degli eventi culturali proposti dal sodalizio presieduto da Annuccia Pane, introdotto dal giornalista Angelo Ciaravolo. Il libro di Roberto Napoletano verrà presentato da Antonino Siniscalchi. «L’Italia dovrà ritrovare lo spirito del Dopoguerra – spiega il direttore del Sole 24 Ore nella introduzione -. Avremo bisogno di uomini della tempra di un De Gasperi o di un Vanoni, di un Costa o di un Mattioli. Avremo bisogno di ritrovare i valori cattolici e laici di un tempo custoditi in piccole storie familiari, cose semplici che si tramandano di generazione in generazione, e costituiscono l’anima più profonda di un popolo. Soprattutto, avremo bisogno degli italiani. Che dovranno credere in se stessi, recuperare l’orgoglio, il gusto della fatica, il senso dello Stato, l’entusiasmo e la determinazione che consentirono, in pochi anni, di trasformare un’economia agricola in una delle più grandi economie industrializzate del mondo. L’Italia ha tanti vizi ma è un grande Paese e può farcela. Dipende solo da noi». Roberto Napoletano, irpino nato in Liguria, a 16 anni si trasferì a Nola. Un anno dopo inizia a scrivere per Napoli Oggi e Napoli Notte. Approdando nel 1984 alla redazione del Mattino, coordina il supplemento economico Lettera Sud. Nel 1996 il primo approdo al Sole24Ore. Dieci anni passa al Messaggero divenendone il direttore. Le sue numerose inchieste, tra cui la denuncia del traffico di esseri umani nelle strade della capitale, sono considerate pietre miliari del giornalismo italiano. Questa testimonianza giornalistica ha portato a numerose condanne, non più solo per sfruttamento della prostituzione, ma per l’ancora più grave reato di riduzione in schiavitù, favorendo inoltre la liberazione di molte donne dal vortice di orrori che le aveva catturate. (Fonte: Metropolis)

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