Prodotto interno lordo legato per il 90% al turismo: persi 51 milioni di euro, la metà a Sorrento
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Sorrento - Il Pil della penisola sorrentina
continua a crollare. Senza
sosta. Il dato del 2012, addirittura,
è uguale a quello del 1998. Ma le
prospettive inducono ad avere un
po’ di fiducia. Secondo le previsioni,
fra tre anni ci sarà una crescita
- sul 2012 - di 36 milioni di euro
con un “riposizionamento” dei
numeri sul valore dell’anno 2004.
Per uscire dal baratro e dare un
calcio alla crisi, serve unione. Dagli
imprenditori alle amministrazioni
comunali, passando per le associazioni
di categoria e la classe dirigente.
E’ l’analisi che spunta dal
dossier dell’Osservatorio banche
imprese, “svelato” ieri mattina a
Sorrento, nella conferenza stampa
convocata al Museo Correale.
A presentare i dati c’era innanzitutto
il top manager bancario di
Sorrento, Gaetano Mastellone,
vicepresidente nazionale dell’Obi,
affiancato da Antonio Corvino,
direttore generale dell’Osservatorio.
Presenti anche il direttore de
“Il Denaro”, Alfonso Ruffo, e Domenico
Menniti, amministratore
delegato di “Harmont & Blaine”.
La crisi si avverte anche in costiera.
E non era un mistero. Ma le
cifre sono da brividi. Soprattutto
pensando alla fatto che dell’economia
locale le attività turistiche
hanno oramai raggiunto il 90%
del valore del Pil totale. Stando al
rapporto messo a punto dall’Obi, i
sei Comuni della penisola– Massa
Lubrense, Sorrento, Sant’Agnello,
Piano, Meta e Vico Equense –
hanno perso in totale 51 milioni
di euro di Pil valore aggiunto. E
la città del Tasso ne ha bruciato
quasi la metà, ovvero 24 milioni.
Certo, le previsioni sono buone.
Ma il momento rimane delicato.
Le prospettive al 2016 – quindi in
quattro anni – sono in tendenza
abbastanza positive. Ci sarà una
crescita, lieve, dei numeri: l’intero
comparto della penisola dovrebbe
in teoria recuperare, sull’anno
2012, oltre 72 milioni di euro. E
Sorrento ritroverebbe il 50%, cioè
36 milioni. Eppure, è il presente ad
inquietare imprenditori, lavoratori
e amministratori. Sorrento, nel
2012, ha perso 6% di Pil sull’anno
2011. Analizzando i dati degli ultimi
otto anni, il crollo è di 39 milioni
lasciati sul campo e mai recuperati.
Nel complesso, per la costiera, nel
2012, il valore aggiunto Pil diminuisce
di 24 milioni di euro.
Vicepresidente nazionale dell’Obi
e sorrentino doc, Mastellone parla
chiaro: “Sorrento e la penisola, nell’ambito dell’economia turistica
della Campania, occupano in
termini di arrivi e presenze una
posizione di assoluta leadership,
di contro i dati del Pil valore
aggiunto registrano sofferenze.
Il successo del territorio peninsulare,
a mio parere, è da ricondurre
a cinque fattori d’importanza
strategica: il brand Sorrento, le
bellezze della costa, la qualità delle
strutture alberghiere, la capacità
di fare accoglienza qualitativa
da parte degli imprenditori e dei
lavoratori addetti, la posizione
strategica del territorio al centro
di siti storici e culturali. La crisi
mondiale e la recessione nazionale
hanno colpito pesantemente
anche il territorio sorrentino, però queste cause esterne non
possono farci spostare l’indice
dagli errori commessi da tutto
l’apparato peninsulare negli ultimi
vent’anni. Occorre un’unità
d’intenti fra i vari Comuni. In
penisola è evidente la profonda
crisi del commercio con fatturati
che addirittura diminuiscono di
oltre il 50/60% e con una chiusura
elevata di attività. Di contro
abbiamo un enorme quantitativo
di arrivi e presenze che non
porta abbastanza ricchezza e
benessere. Solo con le quantità
non si cresce. Non bastano gli
incrementi a due cifre su arrivi e
su presenze turistiche quando i
fatturati restano fermi o crescono
poco, quando la struttura della
tassazione e dei costi aziendali
elevati aggrediscono le imprese;
altro fatto che preoccupa è che
la crisi è stata scaricata sull’occupazione.
L’atteggiamento delle
associazioni di categoria nazionali
del turismo, troppo morbido
nei confronti di chi governa, è
profondamente errato. Per sua
fortuna la penisola è ancora un
“territorio” con un elevato valore
aggiunto nonostante che i dati,
negli anni, sono in diminuzione;
il territorio però si sta mangiando
tutto il grasso accumulato negli
ultimi vent’anni. L’economia
sorrentina per riprendersi e per
riposizionarsi su di un mercato
assai fluttuante ed incerto, oltre
che sempre più concorrenziale,
ha l’assoluta necessità di avere il
forte e costante aiuto della località
(il paese turistico) che deve
supportare, creare e soprattutto
saper attrarre”.
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