Via Nuova Faito |
Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino
Vico Equense - Le voci circolate dopo il summit di ieri in Prefettura lasciavano presagire l'imminente riapertura delle gallerie di Varano e Privati. Sempre ieri, però, è arrivata la doccia fredda: i tecnici dell'Anas, impegnati da dieci giorni nel ripristino dei tunnel danneggiati dal maltempo, hanno scoperto nuovi problemi a un tombino. Potrebbero dunque allungarsi ancora i tempi necessari a veder riaperto il tratto della statale 145 attualmente chiuso al traffico. Chiusura che da dieci giorni esaspera automobilisti e residenti nei centri della costiera, schiacciati gli uni da tempi di percorrenza biblici e gli altri da aria irrespirabile e dal caos di code chilometriche. E che presto potrebbe finire al centro di un'inchiesta, con la Procura di Torre Annunziata che ha già avviato i primi accertamenti. A discutere della chiusura delle gallerie e della conseguente paralisi della statale Sorrentina, provocate dal maltempo di lunedì 6, sono stati ieri il prefetto Carmela Pagano, i tecnici dell'Anas e i rappresentanti dei Comuni Al termine della riunione sono arrivate rassicurazioni, prime fra tutte quelle del sindaco di Sorrento: «L'accesso ai tunnel sarà ripristinato in pochi giorni», ha detto Giuseppe Cuomo. Qualcuno si è spinto oltre, ipotizzando una riapertura entro il prossimo weekend. Una data ufficiale, invece, non c'è. Anche perché l'Anas ha individuato un tombino distrutto al di sotto della statale. Bisognerà riparare quest'ultimo e gli impianti dei tunnel, dunque, prima che il tratto di strada possa essere nuovamente percorso dai mezzi.
La vicenda è già sotto la lente d'ingrandimento della magistratura; la Procura di Torre Annunziata ha avviato approfondimenti con l'obiettivo di far luce sui possibili rischi per la sicurezza della circolazione provocati da eventuali inadempienze. Verifiche che, a breve, potrebbero estendersi alla situazione di Faito. I residenti sulla montagna sono isolati da quando una frana ha invaso l'ex statale 269, unica via di collegamento col resto della penisola sorrentina, successivamente interdetta: un dramma per i bambini, che da 15 giorni non possono andare a scuola, e gli anziani, ormai a corto di cibo e medicinali. In difficoltà anche commercianti e operatori turistici che da tempo registrano un calo del volume d'affari e adesso chiedono l'immediata messa in sicurezza della strada, minacciando azioni legali nei confronti di Regione, Città metropolitana, Comune e Parco dei Monti Lattari. In tre mesi il business di Faito si è ridotto dell'85 per cento. Gli incendi estivi hanno fatto sì che l'area, solitamente meta di numerosi escursionisti, rimanesse deserta pure a Ferragosto. Da allora, complice la situazione di pericolo che ha portato alla chiusura dell'ex statale 269, i titolari delle strutture ricettive sono stati costretti a rinunciare alle prenotazioni e a fare i conti con le disdette da parte dei clienti. Maltempo e frane hanno aggravato la situazione, anche perché è durante l'autunno e le festività natalizie che ristoranti e alberghi di Faito vengono presi d'assalto dagli avventori. «La crisi finirà solo quando la strada sarà stata riaperta», evidenzia Giovanni Somma, titolare della pensione-ristorante Cinciallegra. Perciò gli operatori, riuniti in FaiRete e rappresentati dall'avvocato Nunzia Somma, intendono ora far sentire la propria voce al Comune e al Parco dei Monti Lattari, nella competenza dei quali ricade il villaggio, oltre che a Regione e Città metropolitana di Napoli, comproprietarie della zona. Dinanzi a incendi e maltempo, gli enti non avrebbero adottato azioni di tutela a livello ambientale, urbanistico, paesaggistico e di sicurezza. L'unico provvedimento porta la firma dell'ex provincia che, avendo in gestione l'ex statale 269, si è limitata a dispone l'interdizione. Il ripristino dei collegamenti è obiettivo che potrà essere centrato solo dopo la messa in sicurezza del costone devastato da incendi e frane: un' opera colossale, per la quale serviranno milioni di euro e tempi presumibilmente lunghi. Ecco perché gli operatori chiedono «L’ immediata attuazione delle misure di protezione civile finalizzate alla tutela di esercenti e avventori, oltre che la messa in sicurezza dell'intero tratto di strada», minacciando azioni legali in caso contrario. Che cosa ne pensa la Città metropolitana? «Dopo la frana abbiamo liberato l'ex statale dai detriti, ma il risanamento del costone spetta alla Regione che è competente su protezione civile e rischio idrogeologico», chiarisce Raffaele Cacciapuoti. Secondo il consigliere delegato alle strade, «dinanzi a un rischio così alto era impensabile non prevedere la chiusura dell'arteria. Adesso occorre che tutte le istituzioni si impegnino affinchè la situazione tomi alla normalità». Di qui l'invito al sindaco di Vico Equense, Andrea Buonocore, perché convochi un tavolo tecnico. In Regione, comunque, qualcosa si muove: palazzo Santa Lucia ha stanziato 70mila euro per una pruna serie di interventi cui seguirà un progetto complessivo di risanamento del costone. Per porre fine al balletto di competenze, il gruppo di Forza ltalia in Consiglio regionale ha presentato una mozione volta ad affidare Faito al Parco dei Monti Lattari, ente che può beneficiare dei fondi di rotazione e di quelli europei. «La valorizzazione dell'area è paralizzata dagli incroci di competenze - sottolinea Flora Beneduce, promotrice dell'iniziativa - È ora di risolvere il problema». In campo anche il consigliere Alfonso Longobardi che, d'intesa con i colleghi Francesco Picarone e Gennaro Oliviero, ha fissato per mercoledì 22 un'audizione congiunta presso le commissioni Bilancio e Ambiente della Regione: «Serve un quadro completo delle azioni da attuare, fermo restando che pure lo Stato centrale deve assistere la popolazione con risorse appropriate».
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