Salvatore Ferraro |
Vico Equense - Si respira un’atmosfera magica nel piccolo borgo di San Salvatore per il presepe vivente, che sarà riproposto nei giorni 5, 6, e 7 gennaio 2018, dalle ore 18 alle 21. Quarantasei scene uniche ed emozionanti, 250 persone coinvolte per un percorso di circa un chilometro. Il visitatore, attraversando le stradine del paese, s’imbatte nel mulinaro, che trasforma i chicchi di grano in farina facendo girare la mola, nel fabbro, nel ciabattino, nelle donne che impastano il pane, e poi la classica famiglia contadina stretta intorno al focolare e ancora il falegname, l’arrotino, le lavandaie. Ci sono le donne che lavorano al telaio, il lattaio che prepara il formaggio, giovani filatrici che cardano la lana. A conclusione del cammino la grotta, allestita nel rispetto degli eventi evangelici e della tradizione, con i caratteristici costumi del presepe napoletano del settecento, dove si vive nella pienezza l’essenza e lo spirito del Natale. Un lavoro immane profuso da tanti volontari che per mesi hanno lavorato all’allestimento delle scene, preparate tra le viuzze, nei cortili e nei portoni, illuminate solamente dalla tenue luce delle fiaccole, in un clima di magica serenità, che riporta lo spettatore indietro nel tempo. Tra gli artefici di questo meraviglioso spettacolo che coniuga cultura, storia, fede e tradizione c’è di sicuro Salvatore Ferraro, artista ottantenne che ha ricostruito con precisione certosina ogni ambiente, modellando con le sue mani incantevoli capolavori viventi che hanno toccato sicuramente i cuori di migliaia di visitatori. A lui va una menzione particolare: fontane, cascate, ponti e altri scenari molto realistici, sono frutto della sua creatività, della sua arte. Il suo spiccato senso estetico non deriva da uno studio, non s’ispira ai grandi della storia dell’arte, ma nasce dalla sensibilità artistica di un maestro, che come pochi è in grado di comunicare con le sue opere. Le sue sculture, d’indubbia bellezza, hanno il pregio di essere comunicative, hanno un’anima. Un uomo di grande fede, umile, a cui piace restare nell’ombra. Durante le prime serate del presepe ha scrutato attentamente tutto, ascoltato le critiche, per essere pronto a correggere eventuali errori. Salvatore il presepe lo sente dentro e quando gli si chiede da dove derivi tanta forza alla sua età, risponde: "Non è opera mia". La soddisfazione di vedere i tanti visitatori compiaciuti, lo ripaga di ogni sforzo fisico e sacrificio. Una persona, insomma, cui le nuove generazioni dovrebbero ispirarsi e trarre insegnamento.
FOTOGALLERY
Nessun commento:
Posta un commento