Vittorio Sgarbi |
Fonte: Adolfo Pappalardo da Il Mattino
Nella battaglia frontale contro i grillini, sia il Pd che Forza Italia considerano strategico (almeno dal punto di vista dell’immagine e della ribalta nazionale) il collegio per la Camera di Pomigliano D’Arco, l’ex roccaforte rossa dove si dovrebbe candidare Luigi Di Maio (per ora solo nel proporzionale di Campania 1). Matteo Renzi ha chiesto un nome di alto profilo («Uno scienziato o un docente universitario», l’ordine prerentorio del segretario ai democrat napoletani) ma sinora nessuna indicazione. Forza Italia invece il cerchio l’ha chiuso blindando l’accordo con Vittorio Sgarbi. «Sì mi candido contro Di Maio. Sarà uno scontro frontale e ne vedremo delle belle....», conferma il critico d’arte annunciando «una campagna elettorale scoppiettante». E c’è da giurarci. Ieri la firma ufficiale del patto tra Forza Italia e Sgarbi che, a sua volta, rinuncia a presentare per le prossime politiche liste del suo neomovimento «Rinascimento» e una decina di nomi saranno accolti nelle liste azzurre: «Sarebbe stato complicato raccogliere le firme e presentarci anche solo nel Lazio e Lombardia». Ed ecco l’accordo voluto direttamente da Silvio Berlusconi per sistemare lì, nella cittadina nativa del candidato premier grillino, il critico d’arte.
Per alzare lo scontro, portarlo sul piano nazionale e con un personaggio d’appeal come Sgarbi. Un metodo, una strategia, che in queste ore spinge il Cavaliere a non tenersi mai sotto l’asticella alzata dagli avversari. Come su Napoli, è sempre lo stesso ragionamento, dove si cerca un nome da piazzare contro il democrat Paolo Siani scelto personalmente da Renzi. «È stato Berlusconi a chiedermelo - continua Sgarbi - e quando ha subordinato tutto allo scontro diretto con Di Maio ho accettato. Sarà fantastico scontrarsi con lui e anche l’occasione per far valutare ad un elettore del luogo la sfida messa in campo». «Un intellettuale, un professore contro uno in cassa integrazione permanente...», attacca ancora Sgarbi definendo «geniale la trovata del Cavaliere di offrirmi questa piazza». E, aggiunge: «Il segnale, lusinghiero lo definirei, perché si è pensato come un esponente della cultura ha più possibilità in un faccia a faccia come questo di qualcuno che proviene dalla classe politica». Dall’altro lato, visto da Arcore, l’indicatore come ormai l’ex premier veda i grillini, e non tanto i democratici, come gli unici nemici da abbattere e contro cui scontrarsi in questa campagna elettorale. Esigenza di guerriglia dettata dai sondaggi: 5 Stelle in accelerata in tutto il Sud, a cominciare dalla Campania. Forse anche sovrastimati, dicono alcuni dirigenti azzurri, ma è meglio non rischiare. E, quindi, ultimi giorni per trovare esponenti della società civile disposti a scendere in campo con il centrodestra. Meno classe politica e più il mondo non legato ai vecchi schemi. Con quadrature ormai già chiuse anche se ci sono da limare le ultime frizioni. In particolare con Fratelli d'Italia che ha alzato la sua richiesta: non sei come stabilito ma sette collegi di fascia alta. Fisiologico. Ma anche dalla Lega arrivano le stesse richieste. Un pressing, l'ultimo, per piazzare in Campania Giulia Cosenza, ex An e poi ex finiana fedelissima dell'ex ministro Ronchi, che vuole rientrare alla Camera dopo la non rielezione del 2013. Passando per il Carroccio; lo stesso identico percorso di Giulia Bongiorno, un'altra ex finiana ora incantata dal verbo di Salvini. Ex An anche gli altri due candidati nei collegi: Pina Castiello e Gianluca Cantalamessa.
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