Gettate da sfasciacarrozze abusivi, bruciate dai Rom: di nuovo emergenza
Fonte: Cristina Liguori da Il Mattino
I Comuni aspettavano indicazioni dal ministero, a Roma si cercava di individuare il miglior modo possibile per riavviare il progetto, ad Ecopneus bastava una firma su un'ordinanza per riattivare il sistema di riciclo e recupero e il prefetto ai roghi tossici tentava di stringere i tempi per evitare altri disastri. Intanto però gli pneumatici abbandonati tra campagne e strade secondarie sono aumentati sempre di più. Insomma mentre il medico studia il paziente muore: tra Napoli e la provincia quattro mesi di stallo dettato da cavilli burocratici e lentezze. Una vicenda paradossale in un territorio, come quello della Terra dei Fuochi, che non può permettersi in nessun modo lassismo, distrazioni e dimenticanze. Da Afragola ad Agerola, da Giugliano a Casagiove, da Somma Vesuviana a Vico Equense sono ben 72 i Comuni che dal 2013 in poi hanno sottoscritto il protocollo di intesa che prevede la raccolta gratuita degli pneumatici abbandonati da parte di Ecopneus, il consorzio che si occupa di corretto riciclo e recupero di questi veri e propri killer dell'ambiente. Grazie all'attività di Ecopneus sono stati realizzati, dal riciclo delle gomme, dei campi di calcio a Caivano e in altre realtà dell'hinterland. Ed è solo un esempio di questo riciclo «virtuoso».
L'unica incombenza dei Comuni è di raccogliere e depositare questo speciale tipo di rifiuto m piazzole apposite, in attesa del ritiro da parte deireferenti del consorzio. Questo semplice processo però si è interrotto a dicembre. Perché? Perché la maggior parte delle ordinanze sottoscritte dai sindaci erano scadute, quindi la raccolta si è fermata e lo smaltimento pure. Così gli pneumatici depositati illegalmente da criminali dell'ambiente, gommisti, sfasciacarrozze e faccendieri, si sono accumulati sempre di più. Ma non era prevedibile e non si poteva evitare? Sì, ma raccordare vari livelli istituzionali pare sia stato più complicato del previsto. A spiegare quanto accaduto sono i rappresentanti del consorzio Ecopneus: «Le ordinanze sono state più volte rinnovate, ma l'articolo 191 della legge 152 del 2006 prevede dei limiti ai possibili rinnovi di tali provvedimenti "eccezionali"». Un aspetto che ha portato nel corso del 2017 alla scadenza definitiva di diverse ordinanze comunali. E tuttavia «i Comuni possono comunque emanare delle disposizioni di carattere "ordinario" con cui riattivare la possibilità di usufruire nuovamente dei ritiri di Pm, in base a quanto previsto in questo caso dall'articolo 192 della stessa legge». Insomma sarebbe cambiata la forma, ma non la sostanza. Il contenuto dell'atto comunale sarà uguale a quello precedente, ma non sarà emanato in via «emergenziale». Giunti a questa semplice conclusione, a Roma si è corso ai ripari; «II ministero dell'Ambiente, di concerto con tutti i soggetti firmatari del Protocollo - fanno sapere sempre da Ecopneus - sta mandando come sollecito a tutti i Comuni interessati un promemoria con le indicazioni per poter emanare le nuove ordinanze. Non appena i Comuni lo avranno fatto e avranno inviato la documentazione completa, le attività di rimozione dal territorio e conferimento ripartiranno». Intanto però le centinaia di vecchie ruote, accatastate ovunque tra la provincia di Napoli e Caserta, nel migliore dei casi albergano serenamente a ridosso delle campagne. Nel peggiore invece sono servite da letto di combustione per gli incendi di ogni genere. La zona a ridosso dei campi Rom e dell'area industriale di Giugliano ne è un esempio lampante. Centinaia di fili di rame, residuo dei copertoni incendiati, fumano ancora tra spazzatura e sostanze acide. Intorno discariche, campi coltivati, baracche e tanta disperazione. «Non vengono mai a pulire - racconta un residente del campo Rom abusivo Poi qualcuno viene e incendia tutto». Va avanti così da 15 anni: è la Terra dei fuochi.
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