Vico Equense - Il corale grido d’allarme sulle condizioni ambientali del Golfo di Napoli da parte dei media esige precisi riscontri dalle autorità competenti del territorio in termini di garanzie per la salute pubblica e per l’economia. Le “poche settimane per intervenire … con le impietose analisi dell’Arpac … in un quadro drammatico, peggiore anche dell’anno scorso” , gridato da Il Mattino del 20 aprile u.s., insieme con l’altrettanto preoccupato allarme per “gli scarichi killer”, con la relativa mappografia del 7 s.m., obbliga i Sindaci competenti per territorio specifico, al di là delle aggregazioni “c.d. sinergiche” per aree contigue, alla adozione di provvedimenti, sia di autotutela, sia di tutela igienico-sanitaria. Calzante è l’intervento (La Repubblica – cronaca Napoli - del 23 aprile) del presidente Raffaele Raimondi sulle responsabilità amministrative degli organi dell’Amministrazione, vista la diffusa, endemica caduta dei controlli e quindi dei controllori. Ne consegue che un disastro ambientale, preannunciato per il profilo della balneazione, amplifica il costante peggioramento della situazione finanziaria ed economica (anche patrimoniale) del comprensorio. In sintesi, il quadro complessivo fatto di depuratori sequestrati (n.4), di impianti inesistenti e/o in corso di “eterna” realizzazione, di “scarichi killer”, ecc. offrono materia amplissima di analisi tecniche ma anche e soprattutto di consequenziali provvedimenti, seppure parziali, non rinviabili. Basta con le semplici analisi e faraonici piani strategici. (Comitato Mare Pulito, Castello Giusso,Via XI Febbraio)
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