giovedì 17 ottobre 2013

Marciano: Polo dello sviluppo, astensione per vigilare su lavoratori e competenze

Regione Campania - “Il Partito Democratico annuncia l’astensione al voto sul nascente Polo dello Sviluppo campano perché, nonostante il lavoro che abbiamo fatto in Commissione Bilancio e i vari contatti che abbiamo avviato con il Governo regionale e le organizzazioni sindacali, nel provvedimento della Giunta manca ancora un vero piano industriale e qualsiasi tipo di prospettiva strategica su questa nuova struttura che garantisca il futuro occupazionale dei lavoratori”. Così Antonio Marciano, vicecapogruppo del Partito Democratico al Consiglio regionale della Campania, nel suo intervento in aula. “L’esigenza di accorpamento e di razionalizzazione delle società partecipate dalla Regione Campania che a vario titolo si occupavano di sviluppo e innovazione era avvertita da tempo, ma il necessario riordino e dunque anche la riduzione di aree di spreco non dovevano farci perdere di vista due punti fondamentali: il primo, bisognava prendere il meglio di quelle esperienze, alcune ultra-decennali, per metterle al servizio delle nostre imprese e del sistema economico. E poi, soprattutto, la salvaguardia dei lavoratori, da intendere non come numeri, ma come persone dall’alta scolarizzazione, che si sono formate, hanno lavorato e che non possono essere accomunati alle responsabilità di chi ha guidato quelle società”, spiega ancora l’esponente democrat. “Il DDL inviato al Consiglio due settimane fa non sembrava rispondere a questi criteri e presentava anzi alcuni limiti. Abbiamo lavorato fin dal primo momento per integrarlo in modo costruttivo, segnalando le sue criticità e arrivando a modifiche condivise fra Giunta, Consiglio e parti sociali, ma ci sono ancora grandi aree di opacità”, prosegue Marciano, che poi conclude: “Nella nostra idea, questa nuova Agenzia deve raccogliere le competenze di diverse società e di tanti lavoratori, e dovrà essere il braccio operativo delle strategie regionali, con la possibilità di intervenire direttamente nelle politiche di sviluppo. Ci auspichiamo quindi uno schema in cui la Regione dia degli indirizzi, un management finalmente adeguato, capace di tradurre quegli indirizzi in iniziative concrete, una stretta interazione fra Agenzia e uffici regionali e enti locali, valorizzazione delle competenze, risultati certi e verificabili”.

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