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Comune di Sant'Agnello |
Sant’Agnello - Tra i due litiganti il terzo gode. O meglio, può godere. I litiganti sono il Movimento Cinque Stelle e la lista civica Ora X. Chi può godere è il sindaco uscente Piergiorgio Sagristani che, mai come stavolta, sembra avere una sorta di immunità da campagna elettorale: non che non abbia mai sbagliato nulla, ma i suoi due competitors, Fabio Aponte (M5s) e Gennaro Rocco (Ora X), appaiono preferire scambiarsi "complimenti" invece di trovare buchi nella gestione della giunta uscente. Mai uno scambio di vedute su un progetto, un problema, zero confronti. Sagristani, è chiaro, ne trae giovamento perché, al di là di qualche fake che circola su Facebook e della dura analisi dei risultati (non) raggiunti snocciolati dalla pagina Miglioriamo Sant'Agnello, appare un sindaco già rieletto. Rieletto per la quarta volta, non consecutiva, forse l'ultima per l'ex assessore provinciale al turismo che dopo aver accarezzato il sogno dello sbarco in Parlamento non ha mai escluso un impegno differente con le Regionali in calendario tra due anni. Eppure il suo motto è sempre lo stesso: «Sant'Agnello prima di tutto». C'è la sensazione che Sagristani abbia messo su un'autentica corazzata e si giochi soltanto per il secondo posto. Guai a dirlo a grillini e sostenitori di Rocco che si sono impappinati, volontariamente ma non troppo, in una pesante e non appassionante polemica sul curriculum di Aponte, geologo ora impegnato da candidato sindaco alla guida del M5s. Motivo?
Sempre lo stesso: il fatto che Aponte, nel 2013, quando Sagristani venne rieletto, fu nominato dalla maggioranza - che ora sfida con i pentastellati - nella commissione edilizia da cui si è dimesso solo dopo la presentazione della candidatura. Il disegno è evidente. Secondo Rocco e i suoi fan, i grillini sono capitanati da un candidato che ha avallato tutte le scelte edilizie di Sagristani (tra cui il contestassimo housing sociale dell'ingegnere Antonio Elefante). Mentre Aponte, dal suo canto, ha rispedito tutto al mittente dicendo che le sue competenze erano soltanto tecniche e che non c'era alcun illecito o conflitto di interesse per quell'incarico che ha lasciato di recente. E Sagristani sorride perché in campagna elettorale lo stanno costringendo al minimo sindacale: sipario.
(Fonte: saldar da Metropolis)
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