di Agostino Ingenito, Presidente regionale dell'Abbac e coord. naz.le rete extralberghiera
Gentile direttore, recentemente l'assessore regionale al turismo Corrado Matera, riferendosi al provvedimento dei minibus messi in circolazione in Penisola Sorrentina, si è cosi espresso: «E con questo abbiamo ultimato la serie di provvedimenti per la mobilità turistica della Costiera». E no caro Assessore, altro che terminati i progetti per i trasporti in Penisola, serve ben altro e occorre una condivisa visione strategica che trasformi un problema in autentica risorsa. Ancora una volta, in quest'estate, il turismo della Campania, e soprattutto della Penisola Sorrentina e della Costiera Amalfitana, ha dovuto fare i conti con il traffico. Migliaia di autoveicoli, bus e autoarticolati che hanno reso complicata la mobilità verso due territori tanto belli quanto fragili e da preservare. La galleria di Pozzano tanto attesa e costata milioni di euro sembra aver reso ancora più ingolfato il già pesante traffico verso la Penisola Sorrentina. Resta ancora difficile immaginare miglioramenti strutturali della circolazione della Circumvesuviana e i timidi segnali delle stagionali ed episodiche vie del mare, sembrano ben poca cosa rispetto alla necessità di attuare una vera mobilità sostenibile ed eco compatibile sui territori. Va forse ancora peggio lungo quella carrozzabile borbonica che è la strada amalfitana. In Costiera un groviglio di auto, bus turistici e mezzi a due ruote, affolla il serpentone forse più che i ridimensionati lidi balneari.
Le ultime vicende del crollo del Ponte Morandi a Genova stanno ulteriormente innescando paure e timori per la sicurezza di viadotti autostradali mentre preoccupano l'avvio dei prossimi lavori, previsti dall'n settembre in Penisola Sorrentina, tanto da far tornare in auge quell'annosa proposta di un'alternativa pedemontana mentre stanno surriscaldano gli animi, il mio compreso, i lavori previsti in Costiera Amalfitana con opere pubbliche milionarie tra gallerie a Minori, Malori, Praiano, sottopassi e autorimesse. È possibile immaginare una mobilità più sostenibile e responsabile in grado di alleggerire il traffico verso queste due perle del territorio regionale? E si possono trovare delle soluzioni che preservino questo eccezionale territorio, incubatore di turismo e lavoro per tanti nostri concittadini? Finora si è pensato che il problema traffico dovesse essere affrontato nei territori di destinazione ma le esperienze degli Urban Hubs dimostrano che è possibile immaginare un nuovo modello vincente che garantisca una mobilità sostenibile e una concreta intermodalità. Alla Campania e ai nostri attrattori turistici servono stazioni intermodali capaci di assorbire le pressanti richieste di mobilità tradizionali. Grazie alla capacità di condensare infrastrutture, servizi e spazi urbani al suo interno, l'interscambio permette di organizzare la mobilità territoriale. La verticalità ad esempio all'interno di un hub, per salvare spazio, si trasforma poi in un'orizzontalità nei collegamenti stradali. Vi sono diversi esempi già esistenti nel mondo come per il polo intermodale di Amehm e Bijimer in Olanda. Strutture polifunzionali che in Campania sono possibili. Si pensi solo alle tante cubature disponibili nelle ex aree industriali di Castellammare di Stabia e Torre Annunziata come per l'Agro Nocerino e Valle dell'Imo, tutti territori contigui ai due attrattori turistici. Si pensi anche ai corridoi europei già previsti e che stanno ridisegnando il territorio con le stazioni alta velocità di Napoli, Striano e Grottaminarda. La Campania, può, lavorando in sinergia con progetti interconnessi, trasformarsi in un autentico hub della bellezza, garantendo accessi sostenibili e in pieno rispetto dei delicati ecosistemi della Costiera Amalfitana e Sorrentina. Serve un piano strategico e puntare ad una programmazione europea che non si limiti, come purtroppo spesso è successo, per pagare l'ordinario ma per puntare ad una visione strategica del territorio. Il discusso hub di Pompei, gli snodi della statale 268 del Vesuvio con la modifica agli sbocchi autostradali nell'Agro Nocerino e i corridoi europei ferroviari potrebbero generare occasioni di concreto sviluppo in armonia con una strategia che punti alla sostenibilità. Lasciare l'auto per raggiungere con mezzi alternativi ed ecologici le nostre bellezze determinerebbe un'evoluzione assai positiva anche dei territori contigui, da troppo tempo abbandonati a loro stessi con scheletri di passato industriale e difficile presente. La mobilità interna come le previste scale mobili tra Agerola e Amalfi o il rafforzamento delle telecabine come per la funivia del Faito e le colline sorrentine, potrebbero dar vita a nuovi percorsi di concreta sostenibilità. L'auspicio è che il legislatore punti a questi progetti da inserire nella prossima programmazione europea e che potrebbero dare maggiori opzioni allo sviluppo del territorio.
Nessun commento:
Posta un commento