Il Consigliere regionale bassoliniano doc,
Tonino Amato, ci spiega che: «Per l'elezione del coordinatore provinciale occorre una figura capace di aprire una nuova fase, fuori dagli schemi precostuiti, non riconducibile direttamente alle esperienze di direzione del passato perché non tutti gli uomini e le donne sono adatte per tutte le fasi politiche e perché va dato un segnale di cambiamento vero». Lascia di stucco. E cita tre questioni inderogabili: «Ripartire dal territorio e investire su di esso, selezionando così i dirigenti del partito. Non schiacciare più la politica sulla gestione e soprattutto non ridurre la costruzione del consenso a mera tecnica di gestione del potere. Aprire ai giovani rendendoli protagonisti nella costruzione e direzione del partito». Da qui l'identikit del futuro coordinatore provinciale: non riconducibile direttamente alle esperienze di direzione del passato. E in un colpo solo esclude tra i papabili uomini del calibro dell'assessore regionale Andrea Cozzolino. Ma perché? E soprattutto a chi corrisponde quell'identikit?
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