Ribaltone politico o spallata al governatore? Fate voi. La notizia è che il ministro Luigi Nicolais continua a stupire. E in barba alle logiche di appartenenza (alla maggioranza) e alle strategie più accreditate (alzare il tiro dello scontro per ottenere di più, ma sempre nella maggioranza) Nicolais e i suoi cosa hanno deciso? Votiamo Emma Giammattei, l'italianista, l'outsider lanciata nella corsa per la segreteria provinciale dal lettiano Eugenio Mazzarella. Insomma la candidata dell'agguerrita minoranza del Pd, divisa tra rutelliani, lettiani appunto e veltroniani (Piccolo e Paolucci).
E ancora l'ex assessora della giunta capeggiata per due anni da Ersilia Salvato a Castellammare di Stabia, quell' esecutivo quasi tutto rosa in cui al Bilancio c'era la moglie del governatore Annamaria Carloni. Una sconosciuta proprio no, che sabato scorso ha racimolato 157 preferenze contro le 161 della candidata bassoliniana Angela Cortese, costringendola al ballottaggio in programma oggi a Città della Scienza. In tarda serata dall'entourage è trapelato che il ministro si è sentito con i massimi vertici nazionali del Pd (Walter Veltroni?) con i quali ha condiviso «le sue preoccupazioni per la costruzione unitaria del Pd napoletano». Ma ha dovuto rilevare la posizione compatta dei suoi 54 delegati a sostegno della Giammattei, anche se, avrebbe aggiunto «lavorerò fino all'ultimo istante per il superamento delle candidature e la definizione di un candidato unitario». Ora, una delle ipotesi (seppur fantasiose) che sono subito state mandate in circolo prevederebbe l'elezione della Giammattei con successive dimissioni per dare modo di lavorare al terzo nome, quello «unitario» cui aspira Nicolais. Certo, si potrebbe eccepire: per quale motivo la Giammattei dovrebbe dimettersi? E soprattutto quando? Oggi, domani, fra un mese?
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