Bersani-Di Pietro-Vendola? Insufficiente. Fini risponde “no grazie”
Massimo D’Alema punta su un'alleanza in grado di valere almeno il 60% dell'elettorato. Un nuovo centrosinistra capace di andare oltre le colonne d'Ercole rappresentate dal vecchio Ulivo. Un consenso largo per ricollocare l'Italia nello scenario mondiale in rapida evoluzione. È questa la proposta del Presidente del Copasir al “Corriere della Sera”. " Ci vuole un'alleanza politica, sociale e culturale, che aggreghi almeno il 60%". Lo "schema" Bersani-Vendola-Di Pietro, dice, è "insufficiente", anche se i tre rappresentano "secondo gli ultimi sondaggi, il 44%". Ma "il compromesso dei moderati con la sinistra è necessario perchè non si fanno le riforme senza il consenso della maggioranza dei cittadini" e anche perchè "il Paese ha bisogno di essere modernizzato con riforme 'liberali', capaci di superare incrostazioni e resistenze corporative" visto che "non esiste da noi una destra liberale, è sempre stata corporativa e statalista e il berlusconismo non ha fatto eccezione". Gianfranco Fini sul “Mattino” di oggi risponde: “Il problema non è allenza si o no ma su cosa. La somma aritmetica di quel che non è componibile può dare una maggioranza numerica ma s fa la fine di Prodi. Se l’IDV continua a proporre il disimpegno dell’Italia dalle missioni di pace o se SEL auspica il blocco della Tav non ha senso dar vita ad ammucchiate spurie.”
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