Negativi i sopralluoghi sì a verifiche più approfondite. Paura per altri cedimenti
Fonte: Ciriaco M. Viggiano da il Mattino
Piano di Sorrento - La speranza è che possa essere riaperta al traffico nel giro di pochi giorni. Ma la chiusura della strada statale 163 Amalfitana a Piano di Sorrento potrebbe durare più del previsto. I sopralluoghi effettuati nella mattinata e poi nel primo pomeriggio di ieri, infatti, hanno dato esito negativo. I rocciatori inviati dalla Regione, l’ente competente in materia di tutela dei costoni, hanno rimosso i detriti che, nella tarda sera di mercoledì, erano precipitati sull’asfalto all’altezza del chilometro 6,700 della statale. Ma sulla strada pesa ancora il rischio-frane, per cui si rendono necessarie verifiche più approfondite. Di conseguenza, gli esperti dell’Anas, degli uffici tecnici comunali di Piano, della Protezione Civile e della Regione hanno deciso di comune accordo di confermare la chiusura al traffico in entrambi i sensi di marcia. Un disagio notevole per le centinaia di studenti e pendolari che, da Positano, percorrono quotidianamente la statale per raggiungere gli uffici e le scuole della penisola sorrentina. Oggi, comunque, i tecnici si incontreranno nuovamente per valutare gli interventi necessari per il ripristino della viabilità. Secondo Graziano Maresca, responsabile dell’ufficio tecnico comunale di Piano, «sarà senz’altro necessario effettuare il disgaggio dei massi pericolanti e apporre una rete metallica di contenimento che rinforzi quella già esistente». Interventi che potrebbero partire già nel pomeriggio di oggi, al più tardi domani, e ai quali potrebbero aggiungersene altri nei prossimi giorni. La frana di mercoledì sera, comunque, ha già fatto scattare l’allarme sulle condizioni del costone.
In campo il sindaco di Piano, Giovanni Ruggiero: «Il risanamento del costone non è più rinviabile - osserva - Perciò, il Comune farà pressioni affinché la Regione trovi i fondi per risolvere definitivamente il problema delle frane». Ad ogni modo, resta la paura per l’ennesimo cedimento della parete rocciosa che sovrasta una delle arterie stradali più suggestive ma nello stesso tempo più insidiose d’Italia. I precedenti in tal senso, infatti, non mancano. A settembre 2009, il cedimento della rete metallica di contenimento provocò la caduta di un grosso masso sul tratto di strada che attraversa la località di Tordigliano, nel territorio di Vico Equense. La pietra colpì la parte posteriore di un’automobile sulla quale viaggiavano tre donne, rimaste miracolosamente illese. Tragedia sfiorata anche un mese dopo. Era la fine di ottobre 2009, infatti, quando un altro masso sfondò la rete di contenimento e precipitò sulla strada. Nello stesso istante, transitava una volante dei carabinieri, reduce da un pattugliamento nella zona. Fortunatamente, la vettura fu soltanto sfiorata dalle pietre. Ma il crollo ebbe pesanti ripercussioni sul traffico: statale chiusa e vetture deviate verso Amalfi, Agerola ed i monti Lattari. In entrambi i casi, a causare la frana furono le piogge che flagellarono la penisola sorrentina agli inizi dell’autunno. La statale Amalfitana, però, non è l’unica strada della Costiera sulla quale pesa il rischio idrogeologico. Sempre due anni fa, ad essere interessata da una frana fu via Lavinola, l’arteria che collega la penisola sorrentina alle frazioni collinari di Meta e Vico Equense. Un masso di oltre sette tonnellate franò dalla parete del vallone all’interno del quale via Lavinola si snoda, trascinando giù un mare di fango, ghiaia e detriti. La tragedia fu evitata soltanto grazie al muretto di contenimento della strada, che riuscì ad arrestare la caduta del masso evitando che quest’ultimo precipitasse sui tornanti sottostanti e colpisse qualche automobilista. Ciriaco Viggiano Il Mattino
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