Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Meta - Una furia. Giuseppe Tito va all’attacco. «Troppe stranezze e troppi inciuci, ecco perché devo dire la mia verità per il bene della città» premette il candidato sindaco della civica «Patto per Meta» che intende conquistare la fascia tricolore. Lo sfogo dell’ex assessore apre ufficialmente la campagna elettorale. La tensione, manco a dirlo, è alle stelle. Nel mirino di Tito c’è innanzitutto il direttivo del Partito democratico che non ha sostenuto la possibile ricandidatura - poi rivelatasi un flop - del sindaco uscente Paolo Trapani che non ha neanche concesso il simbolo alla sua lista chiarendo che eventuali intese programmatiche verranno stipulate solo a urne chiuse con la coalizione che vincerà. Una decisione che ha portato in tavola lo «spezzatino» politico delle ultime ore con fedelissimi del Pd di Meta che si sono sparpagliati ovunque, cercando un posto nelle tre liste in campo. Quella di Tito, che conta su mezza giunta uscente, quella del consigliere dell’Udc, Antonella Viggiano, e dell’ex sindaco Bruno Antonelli. Un caos nel caos. Che Tito non gradisce. «Il direttivo del Partito democratico ha dato il via libera alla fuga in avanti dei propri tesserati, senza una guida autorevole sono fuggiti ovunque: dovrebbero dimettersi tutti, compreso il segretario cittadino Nicola Mollica. Io rappresento l’unico schieramento fedele al Pd mentre altri hanno fatto gli inciuci. Penso alla lista del consigliere comunale dell’Udc, Antonella Viggiano, che in squadra fa affidamento su due assessori, Francesco Pane e Augusto Ercolano, espressione dell’attuale maggioranza del sindaco Trapani il cui “cuore” sta dalla mia parte. Penso a tutti i componenti dell’esecutivo che hanno sposato il mio progetto. Compreso il vicesindaco Raffaele Russo.
Strano che all’inciucio tra Fratelli d’Italia, ovvero il partito dell’assessore Ercolano, e l’Udc, quello in cui è tesserato la Viggiano, si sia unita anche Stefania Astarita, espressione del Pd di Meta. La città deve sapere come stanno le cose». Non finisce qui: «Credo che sia opportuno che gli assessori Ercolano e Pane si dimettano dal loro incarico in giunta». Tito incalza: «Ci vorrebbe la decenza politica di fare un passo indietro, a partire dal direttivo del Pd la cui instabilità ha addirittura portato alla non ricandidatura del sindaco uscente già tesserato con i democratici. Assurdo. Certo, da tempo ho preso una strada diversa da Trapani ma al sindaco mi lega comunque un rapporto di stima. E’ stato un buon primo cittadino». Si parla di programmi: «La nostra lista porta novità rispetto alle altre due squadre in campo - spiega Tito -. Al centro dell’attenzione ci sono legalità, trasparenza, sicurezza e lavoro. Niente annunci, solo fatti avendo rispetto del bilancio comunale». I primi provvedimenti in caso di vittoria elettorale? «Revisione dei ticket per la mensa scolastica in base al reddito delle famiglie, rimozione della fontana del Casale e caserma dei carabinieri al posto dell’attuale casa comunale».
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