E’ la mattina di Pasqua e, malgrado le pessime previsioni del tempo, forte è la voglia di correre e di scaricare un po’ di tossine. Ma quando mi affaccio al balcone la scena è proprio scoraggiante e lo è ancora di più lo stato d’animo del mio amico Piero. Quando gli telefono per confermare l’appuntamento già fissato, mi dice: “ma dove andiamo con questo tempo così brutto”. Gli propongo di aspettare mezz’ora e poi uscire comunque. Così facciamo, con pantaloni lunghi e k-way. La prima parte è davvero dura, il lungomare è colpito da acqua e vento e Piero mi guarda come si può guardare, con simpatia, un pazzo. Poi, man mano, il cielo diventa meno scuro e un po’ si apre. Quando arriviamo al Carmine, una luce bianca comincia a rischiarare l’aria e si fonde con i colori di fuochi d’artificio che vengono sparati in questo quartiere popolare, che è tra i più belli di Napoli. Giriamo per tornare indietro e si avverte sempre di più il profumo del sole che non c’è ancora, ma che sta combattendo dietro le nuvole per uscire. Jesce sole, jesce, jesce, mi metto a gridare, dando una pacca sulle spalle a Piero. Quando siamo dentro il porto, il sole esce. E’ in mezzo alle nuvole, ma si vede e si sente. Certo, non è grande e bello e il cielo non è azzurro, ma come poteva essere così, di questi tempi? Già sembrava impossibile che potesse uscire… Anche oggi, all’inizio, stesso tempo cattivo. Me ne sono andato da solo a Marechiaro. A un certo punto, è venuta una tempesta di pioggia e grandine. Ma poi è tornato il sole… Guai se non si stringevano i denti e non si faceva ricorso a tutte le energie. Così è per la vita personale, così è per una città. Questa Pasqua può segnare un’inversione di tendenza, può essere l’inizio della ripresa. Per il turismo, siamo pronti a portare avanti le scelte per rilanciare questo settore con tutte le forze interessate. Per l’economia e l’occupazione, controllando in modo rigoroso i tempi di attuazione della “missione sviluppo“, delle misure che abbiamo approvato e che sono tese a favorire la crescita e la qualità delle produzioni materiali e immateriali. Per la civiltà della nostra terra, uscendo dall’emergenza rifiuti con l’impegno di tutti, consapevoli delle nostre responsabilità e, al tempo stesso, contrastando il neorazzismo antimeridionale e i nemici interni al Mezzogiorno, quelli che pensano di prosperare sul male, anziché sul bene di questa comunità. E’ stata una fredda ma bella Pasqua. Una città e una regione più pulite grazie alla collaborazione tra Commissariato, istituzioni e cittadini. Adesso possiamo e dobbiamo costruire bene le prossime scadenze: i fine settimana e i lunghi ponti di aprile, maggio e così via, e le tappe dello sviluppo produttivo. Forza, Jesce sole…
mercoledì 26 marzo 2008
Jesce sole…
Scritto da Antonio Bassolino da www.antoniobassolino.it
E’ la mattina di Pasqua e, malgrado le pessime previsioni del tempo, forte è la voglia di correre e di scaricare un po’ di tossine. Ma quando mi affaccio al balcone la scena è proprio scoraggiante e lo è ancora di più lo stato d’animo del mio amico Piero. Quando gli telefono per confermare l’appuntamento già fissato, mi dice: “ma dove andiamo con questo tempo così brutto”. Gli propongo di aspettare mezz’ora e poi uscire comunque. Così facciamo, con pantaloni lunghi e k-way. La prima parte è davvero dura, il lungomare è colpito da acqua e vento e Piero mi guarda come si può guardare, con simpatia, un pazzo. Poi, man mano, il cielo diventa meno scuro e un po’ si apre. Quando arriviamo al Carmine, una luce bianca comincia a rischiarare l’aria e si fonde con i colori di fuochi d’artificio che vengono sparati in questo quartiere popolare, che è tra i più belli di Napoli. Giriamo per tornare indietro e si avverte sempre di più il profumo del sole che non c’è ancora, ma che sta combattendo dietro le nuvole per uscire. Jesce sole, jesce, jesce, mi metto a gridare, dando una pacca sulle spalle a Piero. Quando siamo dentro il porto, il sole esce. E’ in mezzo alle nuvole, ma si vede e si sente. Certo, non è grande e bello e il cielo non è azzurro, ma come poteva essere così, di questi tempi? Già sembrava impossibile che potesse uscire… Anche oggi, all’inizio, stesso tempo cattivo. Me ne sono andato da solo a Marechiaro. A un certo punto, è venuta una tempesta di pioggia e grandine. Ma poi è tornato il sole… Guai se non si stringevano i denti e non si faceva ricorso a tutte le energie. Così è per la vita personale, così è per una città. Questa Pasqua può segnare un’inversione di tendenza, può essere l’inizio della ripresa. Per il turismo, siamo pronti a portare avanti le scelte per rilanciare questo settore con tutte le forze interessate. Per l’economia e l’occupazione, controllando in modo rigoroso i tempi di attuazione della “missione sviluppo“, delle misure che abbiamo approvato e che sono tese a favorire la crescita e la qualità delle produzioni materiali e immateriali. Per la civiltà della nostra terra, uscendo dall’emergenza rifiuti con l’impegno di tutti, consapevoli delle nostre responsabilità e, al tempo stesso, contrastando il neorazzismo antimeridionale e i nemici interni al Mezzogiorno, quelli che pensano di prosperare sul male, anziché sul bene di questa comunità. E’ stata una fredda ma bella Pasqua. Una città e una regione più pulite grazie alla collaborazione tra Commissariato, istituzioni e cittadini. Adesso possiamo e dobbiamo costruire bene le prossime scadenze: i fine settimana e i lunghi ponti di aprile, maggio e così via, e le tappe dello sviluppo produttivo. Forza, Jesce sole…
E’ la mattina di Pasqua e, malgrado le pessime previsioni del tempo, forte è la voglia di correre e di scaricare un po’ di tossine. Ma quando mi affaccio al balcone la scena è proprio scoraggiante e lo è ancora di più lo stato d’animo del mio amico Piero. Quando gli telefono per confermare l’appuntamento già fissato, mi dice: “ma dove andiamo con questo tempo così brutto”. Gli propongo di aspettare mezz’ora e poi uscire comunque. Così facciamo, con pantaloni lunghi e k-way. La prima parte è davvero dura, il lungomare è colpito da acqua e vento e Piero mi guarda come si può guardare, con simpatia, un pazzo. Poi, man mano, il cielo diventa meno scuro e un po’ si apre. Quando arriviamo al Carmine, una luce bianca comincia a rischiarare l’aria e si fonde con i colori di fuochi d’artificio che vengono sparati in questo quartiere popolare, che è tra i più belli di Napoli. Giriamo per tornare indietro e si avverte sempre di più il profumo del sole che non c’è ancora, ma che sta combattendo dietro le nuvole per uscire. Jesce sole, jesce, jesce, mi metto a gridare, dando una pacca sulle spalle a Piero. Quando siamo dentro il porto, il sole esce. E’ in mezzo alle nuvole, ma si vede e si sente. Certo, non è grande e bello e il cielo non è azzurro, ma come poteva essere così, di questi tempi? Già sembrava impossibile che potesse uscire… Anche oggi, all’inizio, stesso tempo cattivo. Me ne sono andato da solo a Marechiaro. A un certo punto, è venuta una tempesta di pioggia e grandine. Ma poi è tornato il sole… Guai se non si stringevano i denti e non si faceva ricorso a tutte le energie. Così è per la vita personale, così è per una città. Questa Pasqua può segnare un’inversione di tendenza, può essere l’inizio della ripresa. Per il turismo, siamo pronti a portare avanti le scelte per rilanciare questo settore con tutte le forze interessate. Per l’economia e l’occupazione, controllando in modo rigoroso i tempi di attuazione della “missione sviluppo“, delle misure che abbiamo approvato e che sono tese a favorire la crescita e la qualità delle produzioni materiali e immateriali. Per la civiltà della nostra terra, uscendo dall’emergenza rifiuti con l’impegno di tutti, consapevoli delle nostre responsabilità e, al tempo stesso, contrastando il neorazzismo antimeridionale e i nemici interni al Mezzogiorno, quelli che pensano di prosperare sul male, anziché sul bene di questa comunità. E’ stata una fredda ma bella Pasqua. Una città e una regione più pulite grazie alla collaborazione tra Commissariato, istituzioni e cittadini. Adesso possiamo e dobbiamo costruire bene le prossime scadenze: i fine settimana e i lunghi ponti di aprile, maggio e così via, e le tappe dello sviluppo produttivo. Forza, Jesce sole…
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2 commenti:
Si come no...
Altro che Jesce sole... crisc munnezz... sarebbe più appropiato.
Più che una corsa gli dire: "ma và 'te fa' na camminata...va..."
ciao
La cattiva fede e il patetismo ridicolo di questo pezzo azzerano tutti i possibili commenti. Queste sono tattiche consigliate da speen doctors di quattro soldi che partoriscono campagne d'immagine discutibili un giorno si e uno no.Ora si sono inventati anche il riscatto al negativo della munnezza, teorizzato nientedimeno che da Alberto Abruzzese della serie: Napoli è l'unica grossa metropoli che evidenzia lo spreco consumistico mettendo in mostra i rifiuti, mentre tutte le altre li nascondono.E' proprio una stronzata pazzesca:cattiva pubblicità spacciata per creatività. Qualcino dovrebbe dire ad Abruzzese che le altre metropoli non nascondono la munnezza ma la raccolgono e la riciclano e Napoli non la evidenzia per critica negativa ma la lascia per le strade punto e basta per motivi che dalla carta stampata alla Gabanelli ormai sappiamo tutti.
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