L’ex assessore al Turismo della Regione Campania,
Marco Di Lello, scrive al governatore della Campania,
Antonio Bassolino: «Continuo a chiedermi perchè un leader politico che tanto ha rappresentato per Napoli e
la Campania non trova il coraggio per dire basta e chiudere un’esperienza che oggi annaspa e a stento galleggia». Di Lello aveva lasciato il suo ruolo c
irca un mese fa per candidarsi con i Socialisti di Boselli e già altre volte, con Bassolino, c'erano stati momenti di scontro. «Una stagione - scrive - si è irrevocabilmente chiusa».
Il caso
«Blasfemo», «scandaloso», è il minimo che il leader dei Socialisti Enrico Boselli si sia sentito rivolgere in questi giorni. La ragione? Tutta colpa dello spot elettorale per il suo partito nel quale si afferma a chiare lettere che «Gesù fu il primo socialista». Apriti cielo. La bufera si abbattuta immediatamente sul leader con strali roventi da parte soprattutto del Pdl e dell’Udc: così Gasparri di An, Volontè dell’Udc, Baccini della Rosa Bianca, Bertolini di Forza Italia e Cota per la Lega. Gli argomenti puntano sulla strumentalizzazione politica della figura di Cristo. E Boselli? Si difende così: «I valori del cristianesimo non sono esclusiva di nessuno, nè della Chiesa cattolica nè tantomeno di qualche partito o di qualche esponente politico. Con il nostro spot - prosegue - noi vogliamo rivendicare quella che è sempre stata la missione dei socialisti da quando sono nati, difendere e aiutare i più deboli, chiedere giustizia per loro. Se essere credenti significa questo, allora tutti i socialisti lo sono. Io chiedo solo a tutti, in nome della tolleranza, di vederlo prima di giudicarlo». (il Mattino)
Nessun commento:
Posta un commento