di Aurelio Musi da La Repubblica Napoli
Le vittorie del centrosinistra ai ballottaggi in Campania sono un segnale importante della ripresa del Pd e del suo tradizionale sistema di alleanze. Non così in altre parti del paese. E val la pena riflettere sulle possibili conseguenze che questi risultati potranno avere su Napoli e sull' azione del sindaco de Magistris. Preoccupa innanzitutto il primo dato: il restringimento del corpo elettorale, ridotto praticamente in media alla metà degli aventi diritto per l' aumento dell' astensionismo. Diminuisce dunque anche il tasso di rappresentatività dei sindaci eletti, con conseguenze sulla salute della democrazia locale e forse anche sulla stessa governabilità dei Comuni. Significativo è anche il secondo dato: quasi in tutti i centri cittadini in cui è stato battuto il centrodestra, il risultato non vede come protagonista del successo il Pd, ma altre componenti. Due soli esempi. A Palermo Leoluca Orlando diventa per la quarta volta sindaco col 72 per cento. A Genova Doria passa quasi col 60 per cento dei voti non certo grazie al Pd. Insomma questi ballottaggi hanno decretato la sconfitta del Pdl e del centrodestra più per la crisi implosiva che sta caratterizzando il partito di Berlusconi, la macchina da guerra di formidabili partiti personali e variabili alleanze che per una ripresa effettiva del Partito democratico.
Se a tutto questo si aggiunge il successo di Cinque Stelle, che non può più essere considerato un fattore antisistema, ma un nuovo soggetto politico a tutti gli effetti, sono tanti i motivi di riflessione per la sinistra italiana, al di là di trionfalistiche reazioni. La schematica analisi serve ora a meglio inquadrare lo spazio politico del nostro sindaco. La domanda da porsi è la seguente: i recenti risultati elettorali possono rilanciare de Magistris come possibile leader di un nuovo partito dei sindaci, sganciato dalle organizzazioni politiche tradizionali e lanciato verso ambiziosi traguardi nazionali? Colpisce il fatto che, immediatamente dopo la conoscenza dei risultati dei ballottaggi, de Magistris si sia affrettato a sferrare - lo aveva già fatto di recente - un durissimo attacco al governo nazionale, definendo l' Imu una «tassa immorale». Quasi tutti i commenti negativi sull' operato del sindaco ne sottolineano il carattere ondivago, l' oscillazione continua, senza un piano coerente di riferimento, tra provvedimenti contraddittori. La contestazione più dura - e non va sottovalutata per la sua provenienza - è venuta qualche giorno fa dai sindacati, un interlocutore privilegiato di de Magistris. Essi in pieno accordo hanno accusato il sindaco di «populismo inconcludente». Altri come Paolo Macry ha scritto di «improvvisazione decisionista». Ossia un piglio del comando degno di miglior causa, non fondato su meditati piani di intervento per la città, ma affidato all' estemporaneità come coazione a ripetere. E l' inventario degli atti si fa sempre più lungo: da ultimo il concerto a via dei Mille, preceduto da Coppa America, Forum delle culture, Ztl, Bagnoli. Altri ancora ha chiamato in causa la promessa delusa della «democrazia partecipata», dell' incontro settimanale coi cittadini, mal tradotti nel rapporto privilegiato con gli arancioni. E tuttavia resiste lo zoccolo duro dell' ampio consenso al nostro sindaco. Esso poggia su motivazioni che opinioni, critiche di stampa, gruppi e associazioni difficilmente riescono a scalfire e delegittimare. De Magistris smuoverebbe l' immobilismo della città, rivelerebbe col suo pragmatismo e la capacità di scegliere caso per caso una notevole dose di antidogmatismo, riuscirebbe a dialogare con pezzi della cosiddetta "società civile". Ho l' impressione che i due mondi, quello del dissenso e quello del consenso, siano su una distanza abissale e parlino due lingue tra loro incomunicabili. Ma siamo proprio sicuri che l' ondivaghezza e le oscillazioni del nostro sindaco non rispondano a una tattica funzionale alla strategia di un dialogo a tutto campo, sia sul piano locale che su quello nazionale, per costruire una futura leadership? Certo, se da un lato i recenti risultati elettorali possono favorire de Magistris, d' altro lato non deve sfuggire un elemento importante: il panorama italiano comincia a essere molto affollato di sindaci alla de Magistris. Insomma la concorrenza sarà spietata.
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