martedì 28 agosto 2012
Abusivismo: ecomostri da abbattere
Vico Equense - Regione che vai, ecomostro che trovi. E' in Puglia uno dei cinque 'obbrobbri' edilizi ancora in piedi dei quali Legambiente chiede l'abbattimento con urgenza: si tratta del villaggio di Torre Mileto, vicino Lesina, in provincia di Foggia, a ridosso del Parco Nazionale del Gargano, inserito nella top five nazionale degli ambientalisti insieme all'hotel di Alimuri a Vico Equense, in provincia di Napoli, le palazzine di Lido Rossello a Realmonte, in provincia di Agrigento, Palafitta a Falerna in provincia di Catanzaro, e la ''collina del disonore'' a Pizzo Sella alle porte di Palermo, un centinaio di ville abusive costruite dalla mafia negli anni '70. L’Alimuri, lo scheletro di albergo che da quasi 40 anni deturpa la suggestiva costa della Penisola sorrentina. Questa la storia. Nel 1964 viene rilasciata la licenza per costruire un albergo di 100 stanze sulla spiaggia della conca di Alimuri. Nel 1967 la licenza viene rinnovata per la costruzione di 50 stanze più accessori per un altezza massima di 5 piani. Nel 1971 la Soprintendenza ordina la sospensione dei lavori, ma il ministero della Pubblica Istruzione accoglie il ricorso proposto dal titolare della licenza. Nel 1976 la Regione Campania annulla le licenze rilasciate dal Comune perché in contrasto con il Programma di fabbricazione, ma il Tar Campania nel 1979 e il Consiglio di Stato nel 1982 annullano gli atti adottati dalla Regione. Nel 1986 i lavori sono sospesi dal Comune di Vico Equense perché si rende necessario il consolidamento del costone roccioso retrostante. Da allora, lo scheletro dell’albergo diventa un punto di ritrovo per la piccola delinquenza locale e per lo spaccio di stupefacenti, mentre tra i pilastri di cemento armato sorge spontanea una vera e propria discarica. Per risolvere l’annosa questione è sceso in campo l’ex ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli, che ha cercato di trovare un accordo tra gli Enti interessati e i privati per l’abbattimento dell’ecomostro. L’accordo è stato trovato lo scorso anno di questi tempi, ma secondo gli ambientalisti l’intesa raggiunta favorisce i privati. Prevede infatti che, in cambio dell’abbattimento, alla proprietà venga concessa la possibilità di costruire un nuovo ecomostro da 18mila metri cubi in un’altra area di Vico Equense, permettendo nello stesso tempo ai privati di insediare uno stabilimento balneare su parte dei suoli dell’attuale ecomostro. In più la demolizione dell’Alimuri dovrebbe essere in gran parte a carico dello Stato e della Regione.
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