Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Meta - Il sindaco uscente tesserato con i democratici, Paolo Trapani, non si candida perché il suo partito gli ha negato il supporto alle amministrative. L’ex assessore più temuto della giunta municipale, Giuseppe Tito, anche lui del Pd, corre da solo per la fascia tricolore e senza il simbolo. La «pasionaria» storica dei dem di Meta, Stefania Astarita, invece sostiene la corsa al voto di un consigliere dell’Udc, Antonella Viggiano. Tutto ciò mentre la segreteria locale del partito ha deciso di rimanere fuori dai giochi senza sostenere alcun fedelissimo nella bagarre elettorale ma un’eventuale intesa verrà stipulata soltanto dopo il voto. Come a dire: ne riparliamo quando vedremo chi salirà in municipio.
E così la «supercazzola» tanto cara a Ugo Tognazzi nel film capolavoro «Amici miei» sembra una vera e propria bazzecola. Qui si fa anche peggio.
Il Pd di Meta sta messo davvero male. E neanche il nuovo segretario cittadino, Nicola Mollica, sembra aver contribuito alla sete di chiarezza e autorità politica che i supporters democratici attendevano da tempo. Una rotta, un messaggio. Invece nulla. Soltanto confusione e una mossa da Ponzio Pilato da un direttivo che è praticamente allo sfascio portando alla clamorosa autoesclusione di Paolo Trapani.
Il sindaco uscente di Meta non si ricandiderà perché non ha trovato le alleanze giuste. Il suo incarico «esplorativo» conferitogli dai vertici del Pd locale per formare la lista se n’è andato a farsi benedire subito con una rottura divenuta realtà in un summit notturno di qualche giorno fa quando è emerso che un paio di consiglieri di opposizione vicini alle posizioni del partito (ovvero Marialaura Gargiulo e Antonio Russo) invece che sostenere il progetto della fascia tricolore dem avevano ceduto alla tentazione di correre al fianco di Antonella Viggiano, leader di punta in rosa dell’Udc e all’opposizione.
No comment, secco, da parte di Trapani che però ha fatto sapere in via informale di essere pronto a raccontare alla città la sua verità. Ha perso pian piano consensi e intese, assessori e consiglieri che gli sono rimasti vicini fino all’ultimo, a una manciata di giorni dalla presentazione delle liste, l’hanno salutato agendo per conto proprio. Proprio in linea con il caos democrat.
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