Vico Equense - Cari ragazzi, mi hanno chiesto di intervenire a questa manifestazione, portandovi la mia esperienza di madre e genitore. Per i genitori, così come ci ha detto il Papa, sopravvivere ai propri figli è qualcosa di particolarmente straziante, che contraddice la natura elementare dei rapporti che danno senso alla famiglia stessa. La perdita di un figlio è come se fermasse il tempo: si apre una voragine che inghiottisce il passato e anche il futuro. La morte, che sia porta via il figlio giovane, è uno schiaffo alle promesse, ai doni e sacrifici d’amore gioiosamente consegnati alla vita che abbiamo fatto nascere. Mio figlio Catello è morto in un incidente stradale, ha torto o ha ragione, io vi imploro a rispettare le regole di quando si va in moto o in auto. Ricordandoci che il pericolo è dietro l’angolo. La morte tocca e quando è un figlio tocca profondamente. Tutta la famiglia rimane come paralizzata, ammutolita. Ti dicono che è in cielo e che Dio lo ha in Gloria, ma si prova solo il vuoto dell’abbandono ed è tanto più angosciante per il fatto che non ha neppure l’esperienza sufficiente e necessaria per dare un nome a quello che è accaduto, ed è come un buco nero che s apre nella vita della famiglia, ed a volte si da anche la colpa a Dio. No, non è così. Bisogna essere cauti ed accorti alla sicurezza ed a tutti gli obblighi di legge, rispettarli ed applicarli facendo in modo che nessun altro genitore venga chiamato a casa, nella pace domestica, e sentirsi dire che suo figlio è morto. Questo è il messaggio, questa è la mia esperienza che offro a voi tutti. Fatene tesoro.
Mamma Giovanna
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