martedì 24 ottobre 2017

La castagna primitiva del Faito, la bontà autunnale

In Campania, con l’arrivo dell’autunno si raccoglie un frutto allegro e generoso: La castagna primitiva del Faito

Fonte: Maddalena Venuso da terredicampania.it 

Il castagno, albero robusto e selvaggio, di origini molto antiche, cresce ottimamente nei territori montani, non sempre favorevoli ad altre colture, ed è generoso nell’elargizione dei suoi frutti. La polpa delle castagne, macinata per farne farina in tempi di carestia sostituiva eccellentemente quella di grano e veniva usata per varie preparazioni alimentari. Da sole le castagne, conservate in luoghi asciutti, si adoperavano in cucina, oppure arricchivano minestre e zuppe. Sono molto nutrienti, ricche di proteine vegetali, sali minerali, alcune vitamine e hanno un discreto apporto calorico. Già lo storico greco Senofonte definì il castagno albero del pane e Marziale e Virgilio elogiarono le sue virtù. Marziale in particolare notava la bontà delle castagne napoletane. Arrostite sul fuoco. La Campania, infatti, ha un ruolo importante nella coltivazione e nell’uso del castagno. I Monti del Matese e dei Lattari ospitano castagneti, coltivati e spontanei, l’uso dei quali è una notevole risorsa economica e gastronomica. Le popolazioni dell’appennino campano utilizzano, infatti, il legno di castagno per svariati usi, come paline di sostegno, mobili, artigianato e le castagne come gustoso alimento. Le castagne non devono essere confuse con i marroni, più grandi e provenienti solo da alberi coltivati, e usati esclusivamente come dolci (marron glacè).
 
A Pimonte, sui Monti Lattari, gli abitanti abbattevano boschi cedui di castagno, il cui legno veniva fornito ai cantieri navali della vicina Castellamare di Stabia, si raccoglievano, però, anche i gustosi frutti, in modo particolare le castagne “primitive del Monte Faito“, chiamate così dal nome dell’originario luogo di provenienza. Alcuni anziani contadini di Pimonte affermano che queste particolari castagne derivino da un incrocio tra quelle del Faito e quelle del monte Ariola nel parco del Matese. Oggi tale produzione è a rischio di estinzione e i Pimontesi si adoperano perché non scompaia. La castagna di Pimonte è di colore marrone-rossiccio, liscia e conica dalla polpa bianca e dolce e proviene da alberi che danno ancora un buon raccolto tra settembre e ottobre. L’Amministrazione Comunale di Pimonte e le Agenzie presenti sul territorio organizzano la Manifestazione “Castagna in Allegria”, presso la località Grisone, che si svolge ogni anno nei week end di ottobre, per ridare nuovo impulso alla castagna Pimontese. Passeggiate ed escursioni nei castagneti a mezza montagna, su tappeti erbosi ricchi di ricci caduti, visite a capanne di pali di castagno che ospitano animali e prodotti tipici, degustazioni di castagne arrosto, bollite o lesse, o aggiunte come ingredienti a piatti della gastronomia montana, fanno parte di quei momenti di allegria, che caratterizzano la manifestazione. oletane, arrostite sul fuoco.

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