Sale la tensione tra gli operai rimasti senza lavoro: risposte sul futuro o bloccheremo la statale sorrentina
Vico Equense - «Se non avremo risposte concrete dagli organi competenti in breve tempo occuperemo la statale 145 “Sorrentina”, bloccando il flusso dei veicoli e creando un consistente danno all’economia territoriale». Con queste parole Giuseppe Martinelli esprime la rabbia e il malumore degli operai della Sig (Società internazionale gallerie), che ieri l’altro hanno
perso il lavoro. La società ha chiuso temporaneamente i battenti a seguito del “provvedimento interdittivo” della Prefettura di Napoli per la mancanza dei requisiti sulla certificazione antimafia. Ma i suoi duecentocinquanta dipendenti non hanno intenzione di ritornare a casa. «Dopo le numerose richieste di incontro inviate alla Prefettura solo adesso abbiamo ricevuto un primo segnale di interesse nei nostri confronti – continua Giuseppe Martinelli, fino a due giorni fa impegnato nel cantiere per la costruzione della nuova galleria tra Pozzano e Seiano - l’ufficio territoriale del Governo ci ha comunicato, infatti, che è attento alla vicenda e attende l’esito del Consiglio di Stato, che in questi giorni dovrà pronunciarsi in merito alla domanda in via cautelativa di sospendere il provvedimento impugnato. Qualora l’esito fosse negativo ci daranno la possibilità di partecipare ad un tavolo tecnico in cui si discuterà del nostro problema. Ma spero che dalle parole si passi ai fatti, siamo stanchi di vivere nell’incertezza». L’odissea per i dipendenti della Sig che lavoravano alla realizzazione del nuovo megatunnel in penisola sorrentina, è cominciata il 21 maggio, quando i vertici di cantiere hanno reso noto l’ordine di servizio dell’Anas di allontanare ad horas dal cantiere maestranze e mezzi d’opera della società. «Ci siamo immediatamente rivolti alla Prefettura - spiega Antonio Gelo, segretario provinciale Filca-Cisl - inviando il 22 maggio la richiesta di organizzare un incontro al fine di comprendere e analizzare le sopraggiunte problematiche che avrebbero messo a rischio il completamento dell’opera nonché il mantenimento dei livelli occupazionali. Non abbiamo avuto alcuna risposta. La situazione si è parzialmente tranquillizzata a seguito della sospensione dell’ordinanza prefettizia, ma il giorno 10 il Tar ha respinto la richiesta della società ribadendo l’efficacia del provvedimento e decretando l’interdizione delle attività. Ancora una volta abbiamo inviato una lettera alla Prefettura nella quale abbiamo chiesto un incontro unitamente alle società Busi impianti, Impresa, Anas e abbiamo portato a conoscenza l’ufficio territoriale di Governo della scelta dei dipendenti di riunirsi in assemblea permanente. Soltanto oggi è arrivata la risposta della Prefettura. Siamo preoccupati. La realizzazione di quest’opera ha già subito, in passato, uno stop di quindici anni; non vogliamo che la storia si ripeta». Oggi gli operai della Sig stanno presidiando il cantiere in località Scrajo giorno e notte, restando minimo in otto e dandosi il cambio. Stesso discorso per il cantiere a marina d’Equa (Seiano), dove la Sig lavorava in subappalto per l’ampliamento della condotta fognaria, trasformata in galleria, necessaria per l’accesso all’area adibita ai lavori di costruzione dell’impianto di depurazione di punta Gradelle. Un’opera di fondamentale importanza per tutti i Comuni della penisola. Ma allo stato attuale tutto è fermo. (Ilenia De Rosa il Giornale di Napoli)
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