martedì 1 febbraio 2011

Cozzolino: «Ho vinto in tutta Napoli. Ora basta ombre su di me»

Dopo una bella giornata di democrazia, Napoli sta subendo una grave umiliazione. E dovere di tutti fare chiarezza su quanto accaduto, provando a comprenderne il significato politico e a trovare una soluzione unitaria per uscire dall’angolo. Dopo che oltre 44 mila cittadini si sono mobilitati per scegliere il loro candidato a sindaco, qualcuno ha deciso di violare le regole sottoscritte dalle forze del centrosinistra e di prendere in ostaggio il risultato della consultazione. l lavoro del comitato organizzatore che, secondo il regolamento, doveva procedere alla proclamazione del vincitore è stato ostacolato con una campagna mediatica fondata su accuse generiche e immagini fuorvianti – esemplare il caso dei cittadini immigrati che da sempre partecipano legittimamente alle primarie ma che solo a Napoli diventano simbolo di illegalità, o del presunto numero anomalo di voti in seggi come Secondigliano e Miano, dove si è registrata la stessa affluenza avuta per le primarie di Prodi, Veltroni e Bersani. Con il blocco della proclamazione e dei controlli, possibili solo dopo l’ufficializzazione del risultato, la confusione ha logorato l’immagine della città e del vincitore delle primarie. Si è poi scavato un solco tra la Napoli popolare delle periferie, improvvisamente diventate impraticabili per la democrazia, e la città colta ed elitaria dei salotti, detentrice della morale e delle virtù civiche. Per fortuna questa separazione non è avvenuta e sono tante le voci della Napoli intellettuale e delle professioni che, pur avendo sostenuto Umberto Ranieri, sono indignate perla negazione di una consultazione legittima. Per quanto mi riguarda, lavoro da sempre per tenere insieme una città che solo camminando unita può uscire dai suoi problemi. Ma questa battaglia di unità ha bisogno innanzitutto di trasparenza e legalità. Sono dunque il primo interessato alle verifiche e al rispetto della dignità di oltre 44 mila concittadini che hanno votato e che hanno diritto alla piena chiarezza. Detto questo, colpisce il persistente sgomento di chi ancora non riesce a darsi ragione di questa vittoria, così inattesa per chi non conosce Napoli. Un’affermazione costruita in positivo, giorno per giorno da quando, dopo aver registrato l’ indisponibilità di candidati della società civile come Raffaele Cantone e Lucia Annunziata, ho deciso di competere. E di farlo sul terreno delle idee e della politica, proponendo un’agenda europea per Napoli, col meglio della progettualità dell’ Ue sul fronte della vivibilità, della rigenerazione urbana, del rilancio del porto, del welfare municipale. Un progetto in cui potessimo riconoscerci tutti, da Posillipo a Scampia, che ha ricevuto il sostegno di migliaia di cittadini nelle zone borghesi come in quelle popolari, consentendomi di prevalere in 14 quartieri su 29, con percentuali omogenee in tutta la città. Al contrario di altri, il mio obiettivo era quello di unire la città. Dotandola di un progetto condiviso e superando divisioni ormai anacronistiche. Mi sono mosso, dunque, avendo il bene di Napoli come stella polare. Ora, per uscire da questa situazione, c’è solo un percorso dignitoso. Ristabilire la verità sul 23 gennaio, cancellare ogni ombra sulla mia persona, e subito dopo avviare un lavoro unitario che tuteli la dignità e i contenuti della proposta politica emersa dalle primarie. A partire da una politica popolare, radicata nella città, vicina a chi combatte il degrado e la camorra ogni giorno, e capace di unire. Se sapremo farlo, si può vincere a maggio e, soprattutto, Napoli potrà riprendere un cammino di legalità, sviluppo, solidarietà. (di Andrea Cozzolino da il Riformista)

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