di Ciriaco M. Viggiano da il MattinoL’imperativo è divertirsi in sicurezza, anche quando si tira tardi in discoteca e magari si alza un po’ il gomito. E, se è vero che i malintenzionati sono sempre dietro l’angolo, bisogna fare attenzione anche ai cocktail che si sorseggiano tra un ballo e l’altro. Ecco perché nelle discoteche comincia a diffondersi l’«antidrug bag», la custodia per drink, che adesso sbarca anche in penisola sorrentina. Il negozio di Piano di Sorrento che da qualche giorno sta distribuendo questi strani oggetti - per il momento in forma gratuita, su indicazione dell'azienda che a breve li metterà in commercio - segnala un consistente, e per certi versi sorprendente interesse da parte delle giovani donne. Sono decine le ragazze che vedendosi consegnato il gadget chiedono informazioni, esprimono valutazioni positive e poi ritornano insieme a loro amiche, per ritirarne altri. In discoteca è un modo per mettersi al riparo dai devastanti effetti del Ghb, Gbl e di altre sostanze psicoattive usate per stordire le vittime ed abusarne sessualmente. Nata in ambito medico come anestetico, diffusasi poi nelle palestre come sostanza dopante, l’«ecstasy liquida» ha invaso il mondo dei night club già da qualche anno. Non si contano le donne che, all’alba di una notte in discoteca, si sono ritrovate vittima di abusi sessuali senza nemmeno ricordare cosa fosse successo. Come? Molto semplice. Basta diluire una piccola quantità di ghb nel drink che una ragazza si appresta a bere. Nel giro di venti minuti, cominciano a manifestarsi i primi effetti della droga, a cominciare dalla perdita dei freni inibitori e dall’aumento del desiderio sessuale. Quanto basta per ritrovarsi completamente abbandonati nelle mani del malintenzionato di turno. Uno stratagemma che, soprattutto in Gran Bretagna e Stati Uniti, è valso al ghb il poco rassicurante titolo di «droga dello stupro». Così sempre più giovani, ragazze in particolare, scelgono di entrare in discoteca munite di antidrug bag. Ma di cosa si tratta esattamente? In sostanza, altro non è che una bustina di plastica dell’altezza di circa trenta centimetri, quanto basta per inserirvi un flute o un bicchiere. All’estremità superiore c’è una chiusura che impedisce di versare nella bibita qualsiasi sostanza, in polvere o liquida che sia. Alcuni modelli sono dotati addirittura di un lucchetto con una combinazione: è sufficiente modificare l’ordine delle cifre per sbloccare la chiusura ed estrarre il bicchiere custodito nella bustina di plastica. Potrebbe essere questa la strategia per debellare un fenomeno che, negli ultimi tempi, ha assunto dimensioni preoccupanti. Solo pochi giorni fa, la guardia di finanza di Palermo ha sequestrato un carico di mezzo litro di gamma-butirolattone, equivalente a 10mila dosi, destinato ad un 40enne italiano domiciliato in Gran Bretagna. La lotta al traffico di «droga dello stupro», però, è resa più difficile dalla amnesia completa amnesia che quest’ultima provoca nelle persone che la assumono: incapaci di ricordare alcunché, le vittime degli abusi incontrano non poche difficoltà nel denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine. Ora, però, i malintenzionati devono cominciare a fare i conti con le sempre più diffuse anti-drug bag: la lotta contro stupratori e narcotrafficanti passa anche da qui.
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