Fonte: Sabato Leo da il Mattino
Meta - Un nuovo intreccio giudiziario per Villa Giuseppina, il celeberrimo set cinematografico di «Pane, amore e...» del regista Dino Risi con Sofia Loren e Vittorio De Sica. Stavolta, però, la storia non ha per protagonisti il «Carotenuto Cavalier Antonio» (De Sica), galante comandante dei vigili urbani di Sorrento, la pescivendola «donna Sofia» (Loren) e la mistica «donna Violante» (Lea Padovani). Il Consiglio di Stato dovrà esprimersi su una intricata controversia insorta nel 2006 tra l’amministrazione comunale di Meta e l’inquilina (Ornella Morgese) di uno degli appartamenti dell’immobile, detto anche Palazzo Cosenza, al civico 15 di via Caracciolo. Villa Giuseppina, che è stata costruita nel 1739 su disegno di Luigi Vanvitelli e che, nelle sue linee essenziali, ricorda la più famosa Reggia di Caserta, è oggetto di vincolo storico-artistico apposto a suo tempo dalla Soprintendenza ai Beni culturali e finì già nel 2008 agli onori delle cronache per vicende giudiziarie. I giudici romani di palazzo Spada hanno preso in esame l’appello ma vogliono vederci chiaro sulla vicenda. È stata pubblicata, infatti, un’ordinanza con cui il Consiglio di Stato ha intimato al Comune di consegnare, entro 45 giorni, alcuni documenti risalenti al 2005.
Il Consiglio di Stato vuole passare ai raggi X due atti deliberativi: il primo (il 73 del 22 novembre), adottato dal consiglio comunale, riguarda l’acquisto dell’immobile per adibirlo a sede di rappresentanza con l’esercizio del cosiddetto «diritto di prelazione», una sorta di preferenza. L’altra deliberazione da radiografare (la 364 del 21 dicembre), varata dalla giunta, ha per oggetto l’impegno di spesa. Una volta acquisiti i documenti richiesti, il Consiglio di Stato potrà decidere. Lo farà nell’udienza pubblica già fissata per il 15 gennaio del 2013. Ecco i termini della querelle giudiziaria. La signora Ornella Morgese acquistò, per la somma di 650mila euro, dai proprietari Vittorio Balduccini e Anna Maria Berger l’appartamento, tenuto in fitto, che faceva parte di Villa Giuseppina. Non essendo stato esercitato dal ministero per i Beni e le attività culturali, il «diritto di prelazione» venne attivato dall’Amministrazione comunale. Con sentenza di agosto del 2009, il Tar Campania respinse il ricorso della signora Morgese, giudicandolo infondato, e, pertanto, riconobbe la piena legittimità degli atti comunali. Il ricorso in appello dell’inquilina è stato redatto dagli avvocati Mariano Morgese e Andrea Vena. Il Comune è difeso in Consiglio di Stato dagli avvocati Salvatore Prisco e Domenicantonio Siniscalchi. L’ordinanza interlocutoria del Consiglio di Stato è stata pronunciata dalla sesta sezione (presidente Carmine Volpe, relatore Maurizio Meschino). Il film, girato nel 1955, ebbe un grande successo. Incomincia con il ritorno a Sorrento dell’ex maresciallo dei carabinieri De Sica, accolto dal fratello parroco, don Matteo (Mario Carotenuto). La sua casa, però, è occupata da una giovane vedova Sofia (Loren), della quale il maturo scapolo si invaghisce. Sfumata l’avventura amorosa con la pescivendola, all’ex sottufficiale dell’Arma, divenuto comandante dei vigili urbani, non resta che la «consolazione» della dama più matura Violante, meno bella di Sofia ma più ricca.
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