mercoledì 23 dicembre 2015
Funivia Faito. Beneduce (FI): “Se non si interviene su infrastrutture, dissesto e degrado, il finanziamento è a rischio flop”
Vico Equense - “Mi domando e domando al Presidente De Luca, che più volte ha manifestato la volontà di rilanciare il Faito, come si possa pensare al finanziamento di lavori per l’adeguamento sismico e funzionale, e l’abbattimento di barriere architettoniche per la Funivia, senza risanare il particolare contesto in cui versa la montagna. E’ di tutta evidenza, infatti, la condizione di degrado e abbandono che caratterizza un luoghi tra i più incantevoli e suggestivi dei monti Lattari”. Con queste parole Flora Beneduce (Fi), consigliere regionale della Campania, interviene a commentare l’autorizzazione di un milione di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, destinati alla gestione e all’ammodernamento delle funicolari del Faito e di Montevergine, prevista dall’articolo 5. “Plaudo alla destinazione dei fondi per la funivia, ma, al tempo stesso, non posso non rilevare l’assenza di una programmazione finalizzata alla riqualificazione dell’esistente, alla rifunzionalizzazione, alla tutela e valorizzazione dell’area, alla salvaguardia delle biodiversità e delle bellezze naturali – continua la componente dell’Ufficio di presidenza -. Un turista in visita al Faito, impiega con la Funivia solo sette minuti da Castellammare di Stabia per raggiungere la Montagna. Avrà vissuto sicuramente un’esperienza indimenticabile, avendo goduto della visione di un panorama di impareggiabile bellezza che va dalle isole del golfo all’agro nocerino-sarnerse. Ma basterà quest’emozione a compensare l’inadeguatezza dei servizi, la fatiscenza delle infrastrutture e il degrado di aree che mantengono solo un’eco malinconica di un passato neanche troppo lontano? A cosa serviranno, senza la previsione di criteri di gestione e manutenzione?”. Infine la Beneduce invita l’Aula ad accogliere il suo appello ad affrontare il tema “Faito” nel suo insieme e non con singole soluzioni, che vanno ad incidere su segmenti infrastrutturali importanti, ma che rischiano di risultare inadeguate per un autentico rilancio della vocazione turistica della montagna.
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