Fonte: Andrea Bassi da Il Mattino
La stretta sui contratti a termine slitta di qualche mese. Si partirà soltanto a novembre. Fino ad allora, per rinnovi e proroghe dei contratti, non servirà indicare la causale e nemmeno versare l'incremento contributivo dello 0,5% previsto dal decreto dignità. Il testo è stato approvato ieri dalle Commissioni finanze e lavoro della Camera. Lunedì andrà in aula, dove dovrà essere approvato entro il due agosto, giorno in cui il testo è atteso in Senato. Il governo, come promesso, ha introdotto anche degli sgravi per incentivare i contratti a tempo indeterminato. In realtà ha ripescato quelli già in vigore, decisi dal governo Gentiloni, ma che in parte sarebbero scaduti alla fine di quest'anno. Si tratta della decontribuzione parziale (al 50% con un tetto di 3 mila euro) concessa a chi assume un lavoratore con meno di 35 anni. Dal prossimo primo gennaio la soglia dell'età sarebbe scesa a 30 anni. L'unica novità, insomma, è che viene riportata a 35. Per finanziare questa misura, il governo ha deciso di aumentare ancora il Preu, il prelievo sui giochi che salirà, per tappe, fino al 19,75% sulle slot e fino al 6,75% sulle video lotterie. Il preu, insomma, nonostante la dichiarata volontà del governo di ridurre il gioco, è diventato una sorta di bancomat, con il paradosso che la tassa sarà applicata anche dopo il 2022, anno di scadenza delle concessioni. Un giallo risolto da un codicillo nel quale si spiega che entro sei mesi il governo preparerà una riforma del settore per garantire lo stesso gettito. Intanto arriva l'obbligo, dal 2020, per i concessionari di dotare tutte le macchinette di un lettore della tessera sanitaria per impedire il gioco ai minori.
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