di Filomena Baratto
Itarella è in treno verso Roma. Con lei l’amica di sempre.
-Itarè ma stai sempre con questo telefonino in mano?
-Parli tu che ci mangi, ci dormi, ti selfie…si dice così?
Questa è la nostra scatola nera, è stata inventata per contenere tutta la
nostra vita. Una volta esisteva l’anagrafe, oggi ricavi tutto dal cellulare.
-Ogni tanto dovremmo imparare a farne a meno. E poi mica
siamo aerei che la chiami scatola nera?
-Embè, non è così? Si rifanno al telefono in ogni
circostanza. Qua dentro, pensa, ho la dieta del professore, con l’app della
bilancia peso le porzioni, poi gli invio i risultati in tempo reale.
-E come fai, mentre stai pesando la pasta e ti chiama
qualcuno?
-Lo sospendo, cioè lo lascio “appeso” e carico la pasta.
-E se ti fa una videochiamata?
-Mi trova con gli spaghetti che cerco di calare in bocca per
assaggiarli.
- Comunque non si può stare con questo aggeggio in mano
sempre, anche in bagno, sul comodino. E’ un attentato alla persona.
- Ma che dici, qua dentro c’è un patrimonio. C’è la lista
delle persone a cui devo fare i regali, le ricette nuove che mi servono per Natale,
i negozi dove spendere…non parliamo della banca, delle bollette, della posta,
dei pagamenti…
-Ormai la memoria non fa alcuno sforzo, tutto le viene
servito in questa scatolina, non
possiamo farne a meno.
- Lo usano più donne e bambini che uomini.
- Sono proprio quelli che li usano maggiormente.Prima l’uomo
faceva un corteggiamento che gli costava fatica, oggi quattro scemenze scritte
qui sopra assumono il valore di una dichiarazione, salvo poi riempirti di
improperi se ti permetti di dargli un palo. Poi c’è sempre una pausa di
riflessione. Si usa ancora o manco quella vale più? E quando dicono così stai
certa che ti hanno scaricata senza ombra di dubbio. Una volta mica potevi dire a
una donna che ci dovevi ripensare?
- Il mondo è cambiato Itarè, va a un’altra velocità, è
superato quello di una volta.
- Hai ragione, una volta c’era Babbo Natale ora è diventato
vecchio e stanco, al suo posto arriva Amazon, con un camion sempre colmo di
pacchi. Con un clic prenoti e un altro ti arriva quello che desideri. Prima
erano gratis, ora devi pagarli. I furgoni dei corrieri girano tutta la giornata
per la città e da una città all’altra.
- E non è una comodità?
-Vuoi mettere andare al negozio, dove toccare con mano quello
che vuoi comprare? E poi cos’è sto via vai. Se non ti va, se non ti piace? lo
rimandi indietro. Questi giorni sono di andirivieni con Amazon.
-Ma oggi è cambiata l’economia, il gusto, la mentalità.
-No, con questa scatola nera in mano è cambiato il modo di pensare,
abbiamo scambiato questa scatolina per un potere. Tutti camminano col cellulare
in mano, raccolto nel palmo, pronto per servire, come nei film western dove
c’era sempre uno che prima di entrare nel saloon, girava la rivoltella pronta a
sparare. E’ diventato la nostra Colt.
-Vedrai che quando sarai padrona della scatolina e te ne
servirai nel modo giusto, allora capirai l’utilità.
-Sì l’altro giorno ho scoperto la mia amica alle ore 16.00 a
farsi un selfie a Capodimonte, mentre mi aveva detto di stare a letto un po’
raffreddata. E’ questa l’utilità? Non
era meglio non sapere niente a questo punto? Ignorare a volte ci salva anche da
noi stessi, invece vogliamo curiosare, sapere, intrigarci, “gossippare”. Tempo
perso.
-Sei solo delusa da qualche amica.
-Macchè! Secondo te quanti messaggi, tra quelli che riceviamo,
sono utili o veramente importanti? Di 50
messaggi solo tre o quattro sono necessari e importanti, gli altri sono chiacchiere
al vento.
-Bisogna usarlo per necessità.
-Pensa che la mia vicina, di domenica, mentre cucina, ascolta
la messa dal telefonino. Posiziona il trabiccolo sul frigorifero, io la vedo
dalla mia finestra, e risponde con le mani giunte a tutte le preghiere. Dico io,
la chiesa è a quattro passi, che ti costa scendere e partecipare? Che mondo è
questo? La scatola nera è diventata il nostro padrone. Mio marito pure ‘a
sveglia mette col telefono. E poi tutte ‘ste foto che intasano le schede e si
continua a scattare. Vogliamo fermare attimo per attimo. Una volta potevi dire
che non ti ricordavi, oggi ti rispondono “aspetta ti faccio vedere, ho ripreso
il fatto. Anche la legge ascolta il telefonino. Vuoi mettere il valore di una
foto rispetto a un’altra prova? L’immagine batte tutte.
-Ma non possiamo rigettare il progresso!
- E’ progresso riempirlo di foto che si scattano anche mentre
fanno la pipì? Una mia amica ha comprato un cellulare per ogni situazione. E
allora ho pensato che a Natale regalerò a tutti il telefonino, tanto non
bastano mai. L’uso che ne facciamo è colossale.
-Itarè, ma sei senza fantasia, sforzati di farne uno adatto
per ogni caro.
- Ma se anche i bambini giocano con il cellulare! La mia
amica lo dà al figlio per farlo giocare mentre lei pulisce e il bambino ha
fatto per sbaglio delle foto che attestano che prima di pranzo mangia di tutto
e il marito non le dà più i soldi per andare dal professore come me. Io ho
messo una civetta che esce e mi riprende quando sente la porta del frigo
aprirsi. E’ lì che si annida il pericolo, e la tentazione è forte. Così appena apro, la civetta gufa e di sicuro mi cade il piatto
e tutto quello che ho in mano. Mi aiuta, ma da quando ho messo quest’app sto
facendo disastri: ho rotto quasi tutto in cucina. Però ho capito che il
cellulare funziona e tutti lo apprezzano. Pure i pastori me li sono costruiti
io con la pasta di sale. Ho fatto le riprese a San Gregorio Armeno e poi a casa
ci ho lavorato su.
- Comunque il telefono va usato con la dovuta attenzione. Io
ci scarico anche i documenti.
-Che dici, se al professore regalo un telefonino per Natale?
-Itarè, ma ti sei fissata?
- Così il professore
mi risponderà sempre quando lo chiamo per darmi qualche consiglio.
- Non eri quella che non le piaceva l’uso che se ne fa?
-Si, ma se lo usa pure mio padre che ha 90, e da quando “sbarea”
col cellulare non si lamenta più, sta in piena forma e sorride. Sarà un
toccasana. Ma che ci farà con questo telefono?
Nessun commento:
Posta un commento