Vico Equense - La Torretta di Punta la Guardia, menzionata per la prima volta in una lettera che Carlo I d’Angiò, il 19 aprile del 1277, è stata acquisita al patrimonio comunale. Ma è solo il primo passo. Rimane lo stato di degrado e di abbandono del manufatto architettonico, inaccessibile, e di tutta via Punta la Guardia. Per decenni l’area dove si erge la torre è stata meta di passeggiate e gite, punto di ritrovo per chi ama stare a contatto con la natura e essere circondato da un panorama mozzafiato, fino a quando l’unico passaggio è stato sbarrato da un portone di legno. Mauro Colandrea dell’associazione “La Torretta” ne parla nel reportage di Francesca Ghidini per Rai 3, andato in onda lo scorso 7 maggio. “Noi come associazione La Torretta dal 2014 abbiamo portato avanti una battaglia per il recupero e la valorizzazione di questo bene storico ed archeologico. Non è un caso che oggi parliamo dalla Marina di Seiano e non dalla torre perché al momento è ancora chiusa al pubblico”. La Torre di Punta la Guardia ha uno sviluppo effettivo di ridotte dimensioni, la cui pianta è pressoché quadrata, 7 metri per 7. Tale superficie, in riferimento agli ambienti interni, si riduce ulteriormente per effetto delle spesse mura perimetrali, pertanto non siamo in presenza di un bene architettonico che per dimensioni e sviluppo volumetrico, di per se, sia in grado di assolvere ad una funzione compiuta, bensì le potenzialità del bene vanno ricercate nella sua unitarietà con il contesto circostante costituito dagli spazi esterni, dal paesaggio agricolo che lo circonda composto da terrazzamenti secolari coltivati ad olivi e dalla struggente e incantevole vista sul Golfo di Napoli, che dalla sommità della Torre raggiunge il suo apice. Seppur piccolo, questo bene va prima recuperato, e si spera nei fondi del Pnrr, circa 2 milioni di euro richiesti dal Comune nell’ambito di una misura denominata “parchi e giardini”.
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