giovedì 11 agosto 2022

Vico Equense. Michele Prisco e Antonio Asturi: così diversi, così geniali

La mano di Antonio Asturi ritrae
Michele Prisco
Giovedì prossimo, 18 agosto, alle ore 20.30, nel Museo dedicato all’amico pittore, si parlerà dello scrittore, cittadino onorario di Vico Equense

Vico Equense - C’è una “casarella" bianca dopo poche curve a salire verso le colline di Vico, in località San Vito. Qui soggiornava il celebre scrittore e giornalista Michele Prisco, che amò molto Vico Equense per l’amenità dei declivi, l’aria, i silenzi e le persone. Qui si rifugiava tra la gente del posto, nelle sue giornate fatte di sane abitudini e riti in cui si sentiva a suo agio. Alle volte da quella “casarella” che ancora affaccia sulla strada, si incamminava per raggiunge l’amico pittore Antonio Asturi. Entrambi non ci sono più, e tutti e due ci sono sempre e non possono che esserci sempre. Così diversi, così geniali. Giovedì prossimo, 18 agosto, alle ore 20.30, nel Museo dedicato proprio all’amico Asturi, si parlerà di Michele Prisco in un evento culturale dedicato allo scrittore, cittadino onorario di Vico Equense. Ci saranno le figlie Annella e Caterina, la giornalista Donatella Trotta e altri. Michele Prisco era nato a Torre Annunziata nel 1920, si laureò in giurisprudenza ma si lasciò sedurre dalla letteratura. Nel corso della sua vita ha ricevuto numerosi premi, ha collaborato con 110 testate giornalistiche, ha scritto all’incirca cinquemila articoli. Ha pubblicato romanzi e raccolte di racconti, tra i quali Gli eredi del vento (1950), La dama di piazza (1962), Una spirale di nebbia (1966, Premio Strega), I cieli della sera (1970), Gli ermellini neri (1975), Il pellicano di pietra (1996, Premio Selezione Campiello), Gli altri (1999). Riposa nel cimitero di Vico Equense, luogo sempre amato, che definiva una finestra sul mondo, e che molto evidentemente costituiva il suo ambiente naturale.

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