lunedì 27 novembre 2023

Povertà alimentare, aiuti alle famiglie dell’area metropolitana

di Andrea Ripa - Metropolis 

Fornire un contributo alla spesa settimanale, per un supporto nutrizionale immediato, e promuovere l’educazione alimentare affinché si adotti una dieta sana ed equilibrata. Ma non solo: c’è anche la formazione, attuata attraverso un percorso di gruppo affinché i beneficiari possano trovare occupazione. Il senso del progetto “Mai Più Fame: dall’emergenza all’autonomia” di Azione contro la fame, avviato anche a Napoli, lo spiegano bene le donne che vi partecipano: “abbiamo acquisito autostima, abbiamo capito che noi esistiamo ancora, anche non avendo studiato come avremmo voluto o abbandonando la nostra vita per i figli, il marito, la casa. Ora ci sentiamo importanti”, è il messaggio di una cittadina napoletana che ha raccontato la sua esperienza nella sala giunta del Comune, dove si è tenuta la presentazione di “Mai Più Fame”, alla presenza del sindaco Gaetano Manfredi. Il progetto, curato da Azione contro la Fame con i partner locali Foqus Fondazione Quartieri Spagnoli e Altra Napoli, prende vita nei Quartieri Spagnoli e a Forcella, e mira a costruire soluzioni di lungo termine per sostenere le necessità di base delle famiglie più vulnerabili. Cinquanta le famiglie beneficiarie, ma è pronto ad allargarsi anche nelle zone dell’area metropolitana dove, comunque, si vivono situazioni di difficoltà. “Questo è un progetto che abbiamo portato in Italia dall’estero, perché è stato inizialmente sviluppato in Spagna, in Georgia, in Libano e in America Latina, ed è stato testato in Italia a Milano, nel corso del 2022.

 

“L’obiettivo - ha spiegato Simone Garroni, direttore di Azione contro la Fame - è dare un sostegno alle persone che si trovano in situazione di difficoltà, per portarle anche all’autonomia e a uscire dal circolo vizioso della povertà e della insicurezza alimentare”. “I dati sulla povertà in Italia sono allarmanti. Negli ultimi 15 anni - ha evidenziato Garroni - è raddoppiata l’incidenza della povertà assoluta: abbiamo 5,6 milioni di persone in questo stato, compresi 1,3 milioni di bambini. Ma ci sono anche dati positivi, sono quelli delle evidenze del primo anno di progetto a Milano: il 50% dei partecipanti ha trovato lavoro al termine del percorso, altri hanno ripreso la formazione, altri ancora hanno trovato un lavoro, seppure con contratti non regolari. A questo si aggiunge che si sono modificate le abitudini alimentari: la loro dieta è migliorata, hanno ridotto il consumo di cibi ultra processati, di zuccheri, hanno aumentato il consumo di frutta, verdura, pesce”. L’intervento, che fa delle connessioni con il territorio uno dei principali punti di forza, viene supportato da una rete di aziende partner che garantiscono non solo fondi, ma anche competenze, strumenti ed opportunità concrete verso l’inserimento lavorativo. “Lo scambio di buone prassi tra città - ha evidenziato il vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo, intervenuta in video collegamento - e la creazione di reti e partenariati efficaci è ciò che caratterizza il lavoro del Milan Urban Food Policy Pact e della Food Policy di Milano, in particolare per quanto riguarda il tema della riduzione dello spreco alimentare e dell’aiuto alimentare attraverso gli hub di quartiere avviati a Milano e in cui anche ‘Azione contro la fame’ si è inserita. Siamo felici che anche Napoli abbia scelto di accogliere un’esperienza che ha dato risultati tangibili e continui nel tempo” le parole delle esperte. “La lotta contro l’emergenza alimentare è forse la battaglia più importante nella lotta alla marginalità economica - ha evidenziato Antonio Lucidi, vicepresidente de L’Altra Napoli - questo progetto rappresenta una sfida aperta in luoghi dove la povertà e la fame sono diffuse. L’azione prende vita anche attraverso un’importante sinergia di rete territoriale in cui le Istituzioni svolgono un grande ruolo”. Ha preso la parola anche Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, ma anche della Città Metropolitana con una vastissima densità abitativa. “Il tema della povertà alimentare è una grande problematica soprattutto in una città come Napoli in cui ci sono tante famiglie in difficoltà”. Lo ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, in occasione della presentazione del progetto per contrastare la povertà alimentare realizzato in città da ‘Azione contro la fame’ in collaborazione con Fondazione Foqus e L’Altra Napoli. Manfredi ha sottolineato la necessità “di un intervento strutturale di sostegno alla spesa e di educazione alimentare perchè soprattutto per quanto riguarda l’obesità infantile si registra un’alta percentuale nei quartieri dove il reddito è più basso. Credo che vada fatto, anche con il sostegno del Governo, un lavoro di supporto alimentare delle famiglie povere in questo momento di inflazione e di grande difficoltà sul reddito. Questa è un’iniziativa - ha concluso - anche con il Comune di Milano, per dare una prima risposta”. “In italia sono oltre 3,1 milioni le persone che hanno chiesto aiuto per mangiare facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari, anche grazie al sentimento di solidarietà della popolazione. è quanto stima la coldiretti in occasione della giornata mondiale dei poveri promossa dal papa, sulla base dei dati su dati del fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (fead)”. lo rende noto un comunicato della coldiretti, che prosegue: “l’indigenza alimentare riguarda sia i paesi poveri che quelli ricchi come l’Italia, dove il numero dei bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per mangiare ha superato quota 630mila, praticamente un quinto del totale degli assistiti, ai quali vanno aggiunti 356 mila anziani sopra i 65 anni oltre a una platea della fame e del disagio che coinvolge più di 2,1 milioni di persone fra i 16 e i 64 anni. fra tutti coloro che chiedono aiuto per il cibo - evidenzia la coldiretti - più di 1 su 5 (23%) è un migrante che nel nostro paese non riesce a procurarsi da solo il ‘pane quotidiano’, ma ci sono anche oltre 90mila senza dimora che vivono per strada, in rifugi di emergenza, in tende o anche in macchina e quasi 34mila disabili.

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