lunedì 27 novembre 2023

Vico Equense. Intervista ad Anna Maria Starace «Io, 100 anni, mi ribello terribili i femminicidi»

La centenaria di Vico Equense ieri ha acceso in piazza l’albero di Natale. “Oggi i sentimenti sono troppo fragili servono rispetto e spirito di sacrificio” 

di Ilenia De Rosa - Il Mattino 

Vico Equense - Non distoglie un attimo gli occhi dall'uncinetto mentre racconta la sua vita. Senza nemmeno gli occhiali, osserva le sue mani che si muovono velocemente per completare uno dei suoi ultimi lavori: un centrotavola. E intanto parla di sé, dei 100 anni vissuti e di come sia cambiata la società di oggi. Anna Maria Starace è una forza della natura. E non si è tirata indietro nemmeno dinanzi all'invito del sindaco di Vico Equense di diventare testimonial del Natale 2023. Quest'anno è stato affidato a lei il compito di accendere le luci del grande albero allestito in piazza. Come l'ha vissuto? «Con immensa gioia. Non mi aspettavo che mi dessero un ruolo così importante, così come sono rimasta anche molto sorpresa nel vedere qualche giorno fa il primo cittadino alla mia festa di compleanno, quando ho spento cento candeline insieme alla mia famiglia». L'amministrazione l'ha scelta quale rappresentante della forza delle donne. Qual è il segreto per arrivare a 100 anni con la sua grinta e il suo sorriso? «Il segreto sta nella famiglia e nel saper custodire e tramandare valori importanti quali rispetto reciproco, fiducia, spirito di sacrificio. Ho vissuto oltre 60 anni accanto a un uomo che ho amato e da cui sono stata amata e rispettata. E abbiamo cercato di tramettere a figli e nipoti lo stesso senso di unione. Oggi sento dai telegiornali notizie terribili: donne che vengono uccise da mariti o compagni. È inaccettabile».

 

Perché tutto questo? E lei saprebbe darsi una risposta? «È la perdita dei valori di cui parlavo prima. Tutto è riconducibile a quello. Non ci sono più le famiglie unite di una volta, non ci sono più gli uomini di una volta. Ognuno va per proprio conto senza curarsi degli altri. E i sentimenti diventano più fragili. Io ho due figli, un maschio e una femmina, Vincenzo e Teresa. E ho cercato, insieme a mio marito, innanzitutto di insegnare loro cosa significa rispettare l'altro, amare, condividere. E l'ho fatto in maniera molto semplice. Noi non avevamo all'epoca tutto questo benessere che c'è oggi in giro. Eravamo contadini». Fino a quando ha lavorato ai campi? «Fino a non molto tempo fa. Abitiamo in una frazione collinare di Vico Equense che si chiama Patierno dove abbiamo un terreno che oggi curano i miei figli e i miei nipoti. Viviamo tutti insieme nella stessa palazzina, Ed è questo che mi dà tanta forza: non sono mai sola. Ho tante persone care che mi trasmettono il loro amore e non mi fanno mai mancare nulla». Quanti nipoti ha? «Ho cinque nipoti e cinque pronipoti. Il più grande di questi ha 17 anni. Ogni domenica ci riuniamo a tavola tutti insieme: siamo una famiglia unita, dove c'è molto rispetto dei ruoli». Pensa spesso al suo passato? «Ci penso perché ho ricordi forti e bellissimi. Sono ancora nitide nella mia mente le immagini di quando mio padre e, poi, i miei fratelli sono tornati dalla guerra. Sono stati momenti pieni di forti emozioni. E certe emozioni non si dimenticano. Però mi piace anche pensare al futuro. Trascorro le mie giornate dedicandomi al ricamo, alla recita del Rosario e a chiacchierare con i miei familiari. Mi piace ascoltare i racconti dei miei nipoti e voglio vederli crescere. Sogno di trascorrere ancora tanto tempo insieme alla mia famiglia».

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