venerdì 26 settembre 2008
Rossi Doria: «Un terzo dei sedicenni campani abbandona gli studi»
Regione Campania - L'assessore regionale all'Istruzione Corrado Gabriele non accetta responsabilità sui «ritardi fatali» dei finanziamenti al Progetto Chance, che intanto è fermo. Li ha denunciati l'altro giorno il maestro di strada Cesare Moreno con un appello in favore di 165 ragazzi «a rischio», ora abbandonati a loro stessi. «Le nostre risorse sono già disponibili — replica Gabriele — e aspettiamo solo che gli educatori presentino un progetto compiuto per decretare immediatamente il finanziamento. Abbiamo impegnato un milione e 300 mila euro per allargarne l'utenza di Chance a 300 ragazzi e siamo pronti». Il progetto di massima che estende Chance ai Comuni della provincia è già parte della delibera regionale a sostegno dei maestri di strada, ma «evidentemente andava perfezionato», commenta a sua volta Moreno, aggiungendo: «Sono contento di apprendere che la causa del ritardo siamo noi, così ci metteremo al lavoro senza perdere altro tempo. La mia squadra di educatori intanto ha preso servizio in decine di scuole e abbiamo 165 ragazzi tra i 14 ed i 18 anni per strada. Se va tutto bene, partiremo subito a Napoli ma per organizzarci in provincia si dovrà aspettare gennaio ». Fondatore del progetto nel '94 è Marco Rossi-Doria, da vent'anni formatore di docenti sulle didattiche laboratoriali e le metodologie di contrasto della dispersione e del disagio. Se l'assessore Gabriele attraverso l'osservatorio regionale conta 50 mila ragazzi in età scolastica «dispersi», le valutazioni di Rossi Doria, attualmente in forza al ministero come già nella segreteria tecnica del vice di Fioroni (e dal 2007 nella Commissione d'indagine sull'esclusione sociale) sono anche peggiori. «I dati sulla dispersione sono terribili ovunque, l'Italia — dice — è fanalino di coda in Europa: in media un quarto dei 15-16 enni italiani non prosegue gli studi né raggiunge qualifiche spendibili sul mercato del lavoro. In Campania questo quarto diventa un terzo. E nelle zone urbane-costiere della provincia di Napoli tra le fasce più deboli questo terzo tende a raggiungere la metà dei sedicenni. Chi non riesce nel sistema scolastico è candidato a vivere sotto o di poco sopra la soglia di povertà per il resto della vita, occorre quindi una forte politica nazionale». E come li spiega i ritardi sui progetti già operativi come Chance? «Gli accordi con Roma ed al livello locale hanno bisogno di un'implementazione tecnica che paghi progetto e docenti o vivremo l'ennesimo paradosso di una misura importante annunciata, ma che non trova riscontri effettivi in tempi utili. Non solo i docenti, ma i ragazzi di Chance staranno già facendo altro, di certo non sono a scuola». Pochi intellettuali interessati propongono gli Stati generali delle scuole del Sud. «Saranno utili se ci si va per interrogarsi su dati complessi, che non vedono colpe nazionali contro il Sud ma soprattutto colpe e incongruenze delle classi dirigenti meridionali. E ci vorrebbero occhi competenti e non di parte per produrre risposte programmatiche e non ad effetto. Se Cavour sottraendo la scuola alle parrocchie ridusse l'analfabetismo della metà in 40 anni, non dovrebbe essere impossibile migliorare gli standard della scuola italiana». (Luca Marconi da il Corriere del Mezzogiorno)
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