venerdì 12 settembre 2008
Un partito fantasma
Non ci siamo. La denuncia di presunti brogli avvenuti nella fase del tesseramento del Pd in provincia di Napoli è solo l'ultimo di tanti episodi che testimoniano come questo partito arranchi faticosamente alla ricerca di una dimensione e di un senso che non c'è ancora. L'evento denunciato è grave e, se confermato, testimonia come il ricorso a usurate pratiche in voga nella prima Repubblica mantengano inalterato nel tempo il proprio appeal. Scene di invalidi, anziani, malati che, del tutto inconsapevolmente, affollavano le sezioni per iscriversi ai partiti che hanno scritto la storia del Novecento politico italiano ritornano alla mente, rievocando antiche sensazioni di sdegno e di malessere che oggi, a fronte di una presunta modernità da molti sbandierata ad ogni piè sospinto, assumono i contorni del ridicolo. È giusto, dunque, accertare la verità e bene hanno fatto le minoranze interne a denunciare l'accaduto. Ciò detto, però, è chiaro che il punto è un altro ed è che il Pd in questa regione non esiste. In verità, è chiaro che la crisi è anzitutto crisi nazionale. È una crisi, a mio parere drammatica, forse la più drammatica per la sinistra italiana, dovuta all'evidente salto nel buio che la costituzione di questo partito ha determinato. Un partito che ha rinunciato a muoversi nel solco della tradizione laburista, socialista e socialdemocratica europea per tentare la via di una difficilissima commistione tra solidarismo cattolico e riformismo comunista. Ma tant'è e indietro non si torna. In Campania, invece, l'essenza ectoplasmatica del Pd si è manifestata e continua a manifestarsi in tutta la sua drammatica consistenza. Questo, in parte, dipende dal fatto che manca ancora una struttura e un radicamento sul territorio. Gli organi regionali e napoletani sostengono che ormai ci siamo e che è questione di giorni la nascita dei circoli, delle conferenze programmatiche e quant'altro. Bene, benissimo. Questo però non spiega l'assenza assoluta dal dibattito politico di questi mesi: dal federalismo, ai rifiuti, al futuro di Napoli per finire al rito farsesco della «supergiunta», consumato in queste ore e del tutto inutile, il Pd è stato sempre silente, clamorosamente muto, estraneo alla discussione pubblica che, ormai, si è quasi totalmente «istituzionalizzata », nel senso che vede pronunciarsi, spesso in rimpiattini dal gusto comico, solo i rappresentanti degli enti locali e della Regione o del Governo. Ed è pericoloso, oltre che viziato logicamente, il ragionamento che in queste ora si sente fare da esponenti del Pd napoletano che, in relazione ai presunti brogli denunciati, sostengono di non potersi pronunciare nel merito perché, non esistendo ancora il tesseramento, non esiste il partito. È un autogol clamoroso: viene da chiedersi chi abbia mai eletto gli organi rappresentativi a livello regionale e provinciale, se il partito (come essi sostengono) non esiste e, di conseguenza, l'assemblea degli eletti con le primarie non conta nulla ed è delegittimata, come delegittimati (per propria ammissione) sono anche e proprio gli organi che essa ha eletto. Insomma, un partito di fantasmi. (Sergio Locoratolo da il Corriere del Mezzogiorno)
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1 commento:
Il PD è fedele espressione della nostra società.
Che schifo e che vergogna.
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