lunedì 20 ottobre 2008
Sanità in Campania ma vale il merito?
Sorrento - È veramente deplorevole che la chiusura del Ser.T di Sorrento (Asl NA5) sia avvenuta quasi «sotto silenzio», soprattutto adesso che i mezzi di comunicazione di massa e le istituzioni sono impegnati in una campagna di informazione e formazione atta alla prevenzione degli incidenti stradali da abuso di alcol e stupefacenti. Ho il dubbio che tutto ciò sia solo argomento di discussione politica, di spot e non qualcosa da affrontare perché non diventi «normalità», in una società come la nostra dove è prioritario l’annuncio, ma non la soluzione reale dei problemi. Chi vi scrive è un medico fino a poco tempo fa precario e successivamente reso disoccupato, che ha prestato servizio in avviso pubblico presso alcuni Ser.T della regione Campania. La ben nota situazione economica di questa regione, in barba al continuo aumento degli utenti iscritti ai Servizi di Tossicodipendenza, ha portato alcuni manager delle Asl a frenetici tagli degli operatori addetti, al blocco delle assunzioni, alla revoca dei concorsi e degli avvisi pubblici. Mi chiedo, tuttavia, se sia onesto e giusto verso chi ha svolto il proprio lavoro con serietà ed impegno, che la «severità» sia applicata a macchia di leopardo. In alcuni Ser.T della Campania, infatti, sono stati rinnovati gli incarichi o addirittura è stato conferito qualche incarico senza che sia stato bandito alcun avviso pubblico o senza che l’interessato/a fosse in una regolare graduatoria (vedi Asl Avellino 1). Mi piacerebbe sapere se queste storture siano note agli organi che governano la nostra regione. Inoltre, mi chiedo se il governatore Bassolino, negli anni ’90 così attento e proiettato ad intervenire per risolvere problematiche sociali, sia consapevole che l’uso di stupefacenti è spesso lo specchio di un disagio sociale, psico-fisico che può avere serie conseguenze anche di ordine pubblico. Oggi si parla tanto di prevenzione degli incidenti stradali da assunzione di alcol e stupefacenti, si promuovono iniziative con l’impiego dei test antidroga sulle strade ed è stato detto che i costi dei controlli saranno sostenuti dalle singole Asl per conto delle regioni di residenza. In un simile contesto, a fronte dello sfascio dei conti della sanità pubblica regionale, come ne escono i soggetti deboli e tra questi i tossicodipendenti? Perché la nostra generazione deve pagare lo sperpero del denaro pubblico perpetrato per decenni da chi ci ha amministrato o magari le assunzioni lottizzate politicamente di «fannulloni» non solo assenteisti ma anche di quelli che coprono il regolare orario di lavoro ma per non fare nulla? Vi chiedo – governatore Bassolino e assessore Montemarano – il «merito» vale ancora per la Sanità Campana? (Marina Vitelli - lettere al Mattino)
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