sabato 25 aprile 2009
Cozzolino attacca Vozza, poi la rettifica
L'assessore regionale Andrea Cozzolino attacca duramente, dal punto di vista politico, il sindaco di Castellammare, Salvatore Vozza. Dichiarazioni tanto forti quanto improvvise, sulla spaccatura del Partito Democratico a Castellammare e sulla confusione politica che ne è derivata. A distanza di alcune ore da queste dichiarazioni, però, ecco la rivelazione: Cozzolino afferma di non aver mai pronunciato o scritto nulla del genere, e denuncia l'ingresso e l'uso da parte di estranei della propria posta elettronica. Un episodio "curioso" non c'è che dire, con le stesse agenzie di stampa costrette a fare retrofront nel pomeriggio di ieri. La mail "incriminata", come già accennato, parlava di una "manovra Vozza" avente lo scopo di logorare il Pd. «Una serie di atti assunti - si legge dalla mail rinnegata da Cozzolino - senza interpellare i partiti della maggioranza, invocando il diritto, riconosciutogli dalle norme vigenti, di esercitare senza vincoli esterni la sua funzione di sindaco e di assumere scelte insindacabili, ha causato una vistosa frattura all'interno del Pd. Una manovra messa in atto per dimostrare la sua forza politica a Castellammare, forza politica basata su una strumentale bugia. Non è vero che Vozza ha governato la città senza voler ascoltare, senza raccordarsi con i partiti della sua maggioranza. Non ha voluto ascoltare e si è rifiutato di raccordarsi con il solo Pd. Troppi hanno chiesto, inascoltati, di reagire ed il nostro errore è stato quello di non aver voluto ratificare, ufficializzare, la frattura creata al nostro interno da Vozza. Il sindaco resta un compagno di strada che ha cercato di logorarci a suo beneficio». Poche ore dopo, la rettifica dell'assessore Cozzolino: «La dichiarazione attribuitami a proposito delle vicende amministrative di Castellammare e del sindaco Vozza è del tutto priva di fondamento. Non ho mai detto, nè scritto, quelle frasi che non corrispondono al mio pensiero e alle mie opinioni. Ho predisposto un'indagine interna ai miei uffici per verificare come sia stato possibile che si sia potuti entrare nella mia posta elettronica e inviare una dichiarazione a mio nome». (Francesco Ferrigno il Roma)
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