Sant'Agnello - Una vicenda giudiziaria che rischia di intaccare l’immagine del corpo di polizia municipale di Sant’Agnello. Sono nove gli avvisi di garanzia notificati ieri per una presunta decurtazione delle somme riscosse da tremila verbali per violazione del codice della strada elevati tra il 2004 e il 2008, rispetto ai diecimila sequestrati dai carabinieri nello scorso mese di settembre, nell’ambito di un’indagine sull’attività di riscossione attuata dagli stessi vigili urbani. «Siamo rispettosi dell’inchiesta in atto e dell’onestà degli inquirenti – dice il sindaco Gian Michele Orlando - ma anche fiduciosi che il personale coinvolto possa dimostrare la propria innocenza». Considerazioni condivise anche dall’assessore Antonino Castellano, già responsabile della polizia municipale. Nel mirino della magistratura sono finiti nove caschi bianchi (di cui uno in pensione), su un organico che attualmente ne conta undici, i quali prestano o hanno prestato servizio nel comune di Sant’Agnello. Gli agenti della polizia municipale indagati avrebbero «aggiustato» ben tremila verbali in cinque anni arrecando un danno per le casse dell’ente pari a circa 60mila euro. In pratica sarebbero intervenuti su quasi il 30 per cento delle contravvenzioni emesse nei cinque anni analizzati. «È difficile esprimersi nel merito di una vicenda senza aver prima letto gli atti relativi al procedimento – spiega Achille Zavolta, segretario nazionale dello Snavu, uno dei sindacati di categoria dei vigili urbani - Dal punto di vista tecnico l’amministrazione comunale ha venti giorni di tempo dal momento in cui viene notificato il procedimento per contestare i fatti agli indagati». Nella prima fase dell’inchiesta, tuttavia, non scattano azioni disciplinari. «Iniziative del genere – precisa Achille Zavolta – vengono congelate in attesa dell’esito del processo penale». Ciò non toglie che il comune di Sant’Agnello possa sospendere gli agenti dal servizio fino a quando la loro posizione non sia stata chiarita. «È una prerogativa dell’ente – aggiunge il segretario nazionale dello Snavu - sebbene la sospensione dall’attività non sia obbligatoria come avviene, per esempio, nei casi in cui si ipotizzi la concussione. Il nostro sindacato, comunque, è a disposizione dei colleghi per offrire loro l’assistenza legale di cui necessitino». In ogni caso, che restino o meno in servizio, gli agenti in organico (più uno in quiescenza) dovranno rispondere di accuse che rischiano di incrinare l’immagine dell’intero corpo dei vigili a Sant’Agnello. (Massimiliano D’Esposito il Mattino)
sabato 16 gennaio 2010
Il Comune: attesa per l'indagine sui nove vigili
Sant'Agnello - Una vicenda giudiziaria che rischia di intaccare l’immagine del corpo di polizia municipale di Sant’Agnello. Sono nove gli avvisi di garanzia notificati ieri per una presunta decurtazione delle somme riscosse da tremila verbali per violazione del codice della strada elevati tra il 2004 e il 2008, rispetto ai diecimila sequestrati dai carabinieri nello scorso mese di settembre, nell’ambito di un’indagine sull’attività di riscossione attuata dagli stessi vigili urbani. «Siamo rispettosi dell’inchiesta in atto e dell’onestà degli inquirenti – dice il sindaco Gian Michele Orlando - ma anche fiduciosi che il personale coinvolto possa dimostrare la propria innocenza». Considerazioni condivise anche dall’assessore Antonino Castellano, già responsabile della polizia municipale. Nel mirino della magistratura sono finiti nove caschi bianchi (di cui uno in pensione), su un organico che attualmente ne conta undici, i quali prestano o hanno prestato servizio nel comune di Sant’Agnello. Gli agenti della polizia municipale indagati avrebbero «aggiustato» ben tremila verbali in cinque anni arrecando un danno per le casse dell’ente pari a circa 60mila euro. In pratica sarebbero intervenuti su quasi il 30 per cento delle contravvenzioni emesse nei cinque anni analizzati. «È difficile esprimersi nel merito di una vicenda senza aver prima letto gli atti relativi al procedimento – spiega Achille Zavolta, segretario nazionale dello Snavu, uno dei sindacati di categoria dei vigili urbani - Dal punto di vista tecnico l’amministrazione comunale ha venti giorni di tempo dal momento in cui viene notificato il procedimento per contestare i fatti agli indagati». Nella prima fase dell’inchiesta, tuttavia, non scattano azioni disciplinari. «Iniziative del genere – precisa Achille Zavolta – vengono congelate in attesa dell’esito del processo penale». Ciò non toglie che il comune di Sant’Agnello possa sospendere gli agenti dal servizio fino a quando la loro posizione non sia stata chiarita. «È una prerogativa dell’ente – aggiunge il segretario nazionale dello Snavu - sebbene la sospensione dall’attività non sia obbligatoria come avviene, per esempio, nei casi in cui si ipotizzi la concussione. Il nostro sindacato, comunque, è a disposizione dei colleghi per offrire loro l’assistenza legale di cui necessitino». In ogni caso, che restino o meno in servizio, gli agenti in organico (più uno in quiescenza) dovranno rispondere di accuse che rischiano di incrinare l’immagine dell’intero corpo dei vigili a Sant’Agnello. (Massimiliano D’Esposito il Mattino)
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