mercoledì 20 gennaio 2010

Udc-day. Col fantasma del terzo uomo

Giornata di frenesia, corridoi, capannelli. È l’Udc day. Come la si metta, al netto dei mal di pancia berlusconian-leghisti e degli isterismi democratici, il partito di Casini resta l’incognita a cui è legato il destino della Campania che, stando ai dati delle ultime europee, risulta essere una delle regioni in bilico, con il Piemonte e l’Umbria. In bilico perché il voto moderato, pur non colmando il gap tra gli schieramenti, potrebbe aiutare la coalizione in svantaggio (in questo caso il centrosinistra) a riaprire la partita Il coordinatore campano del Pdl, Nicola Cosentino, in un’intervista al Giornale ha ribadito con decisione: »A Casini va posta una condizione chiara, o fai un accordo politico nazionale con noi, oppure faremo a meno di te. Ovunque». E ancora: «In Campania da un po’ abbiamo scoperto che l’Udc ha cominciato ad ammiccare a sinistra, a flirtare con pezzi del regime campano, dove è ancora Bassolino l’uomo forte, quello che dà le carte. Ma è paradossale che l’Udc sia ancora indecisa sull’alleanza con noi o con chi in 15 anni ha reso la Campania l’ultima regione d’Italia». Chiaro, chiarissimo. Oggi è il giorno della ufficializzazione di Stefano Caldoro, candidato del Pdl. A Palazzo Grazioli si riunisce l’ufficio di presidenza, luogo anche deputato a decidere se proseguire la strada delle alleanze programmatiche con l’Udc o chiudere definitivamente la porta a Casini. Alla Camera si vedono invece i parlamentari campani con il candidato governatore. Siamo alla stretta finale e nessuno vuole sbilanciarsi più di tanto. In Campania, infatti, l’accordo tra Pdl e Udc sembrava cosa fatta. Ma negli ultimi giorni gli aut-aut del premier hanno fatto vacillare anche le poche certezze che si avevano. Situazione che ha fatto tirare un sospiro di sollievo al Pd, ormai alle corde. Dopo la seconda riunione con l’esploratore romano Maurizio Migliavacca, ieri si era sparsa la voce che il Pd avesse dato mandato all’Udc di cercare un terzo nome. Un nome condiviso, unitario, che superasse anche quelli già in campo dei due rettori Raimondo Pasquino e Guido Trombetti. Addirittura è tornato in ballo Antonio D’Amato. Notizia priva di riscontro, che però dà il senso delle fibirillazioni. «Migliavacca ci è venuto a dire che l’Udc può fare di noi campani ciò che vuole», dice un democratico. Ed effettivamente la sensazione che si ha è quella di un Pd assolutamente in balia delle scelte di Casini e De Mita. Per ora nessuno risponde a una domanda semplice: nel caso in cui prevalesse l’opzione originaria o l’Udc decidesse di correre da sola, Pd-ldv e Sinistra e libertà chi metterebbero in campo? Non certo, pare di capire, il sindaco Vincenzo De Luca o Ennio Cascetta, su cui pendono i veti degli alleati. Ordunque il giovane segretario Enzo Amendola potrebbe essere il candidato super partes, giocandosi una partita a perdere sul piano della coalizione ma non sul piano personale. (di S.B. da il Corriere del Mezzogiorno)

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