Chiuso l’affaire Montecarlo, arriva Montezemolo. ItaliaFutura, la fondazione che fa riferimento all'ex presidente della Confindustria, indirizza forti critiche alla Lega e alla politica delle «parole a vanvera» contro la concretezza degli imprenditori. “Ha ragione Bossi. È facile parlare e più difficile agire. Bisogna ascoltarlo – scrivono Carlo Calenda e Andrea Romano - quando discetta sul valore dei proclami perché si tratta di un vero esperto in materia. Negli ultimi sedici anni ha costruito il successo della Lega sul lavoro di organizzazione del partito ma anche sulle provocazioni (e ultimamente su qualche gesto). Di fatti invece se ne sono visti ben pochi. Se non la corresponsabilità della Lega in questi sedici anni di non scelte che hanno portato il paese ad impoverirsi materialmente e civilmente. Anche sul fronte delle rivendicazioni specifiche del suo elettorato Bossi ha combinato ben poco (guardare alle promesse sul federalismo per credere). Dubitiamo infatti che i suoi elettori l'abbiano mandato in Parlamento per difendere Cosentino o Brancher. Ha ragione Bossi: in Italia (e in particolare nella sua Padania immaginaria) la chiacchiera va per la maggiore e delle parole a vanvera di una classe politica screditata gli italiani ne hanno piene le tasche. In particolare quelli che lavorano e producono (e al convegno di Genova della Confindustria ce n'erano tanti). Quegli italiani che, a differenza di Bossi, tengono in piedi il paese con i fatti e non con le parole.” Pronta la risposta della Lega. Umberto Bossi direttamente non vuole fare polemica ma i suoi si stringono a difesa. Il capogruppo alla Camera Reguzzoni: Montezemolo " un cittadino comune che non ricopre alcuna carica: credo che stia preparando il suo ingresso in politica". Che cosa accadrebbe se l'ex leader degli industriali si candidasse? Quanto vale? Renato Mannheimer, presidente dell'Ispo, rivela ad Affaritaliani.it: "Recentemente abbiamo provato a fare una domanda al nostro campione mettendo insieme Montezemolo e le altre forze di centro, ovvero Casini, Fini e Rutelli. E la percentuale superava il 15% e sfiorava il 20, perché la gente ha molta voglia di qualcosa di nuovo". E da solo? "Prendere l'8% dei voti", afferma il numero uno dei sondaggisti italiani. Più cauta Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research e sondaggista di fiducia del premier. "Montezemolo - spiega ad Affaritaliani.it - riscuoteva qualche mese fa una buona fiducia nel momento in cui rappresentava il comparto industriale, ma non l'abbiamo ancora testato dal punto di vista della sua offerta politica. Nel momento in cui si proponesse con un brand politico, la fiducia della gente cambierebbe notevolmente sia in funzione del partito con il quale scenderebbe in campo sia in rapporto alle categorie sociali che deve rappresentare".
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