La Direzione Nazionale del Partito Democratico - di ieri - si è conclusa a tarallucci e vino. Passa la linea di Bersani con l’astensione di Veltroni. Dei 206 membri della direzione, in 32 hanno deciso di astenersi (tra cui i 22 appartenenti all’area che al congresso sosteneva Ignazio Marino), nessuno ha votato contro. Visti gli ottimi risultati elettorali degli ultimi due anni… la linea politica non cambia. Aprendo la riunione Bersani ha ribadito che il documento è stato "un errore" e che ha provocato "sgomento" tra i sostenitori del Pd. "Gli organismi dirigenti non possono diventare l'infermeria delle ammaccature che avvengono sui giornali", ha spiegato, "i nostri elettori ci vogliono combattivi e chiedono di lavorare per evidenziare la crisi del berlusconismo. Insomma no al gioco dell'oca, non possiamo ricominciare sempre dall'inizio". E dunque basta con le "chiacchiere politiciste". Quanto alla linea, "rispetto al discorso di Torino non ho niente di sostanziale da correggere. Lì c'è la bussola e la direzione di marcia. La mia narrazione è un sogno, ma con le gambe per camminare". Il Pd, ha sottolineato, "ha la responsabilità del progetto e non deve delegare niente a nessuno: tocca a noi avanzare il progetto. Alleanze sì ma non a tutti i costi". Tuttavia, ha assicurato, "sono aperto alle interlocuzioni. Ho mostrato e dimostrato di essere assolutamente disponibile a discutere di temi importanti per noi facendo funzionare i nostri organismi dirigenti". Il Pd, ha tenuto a sottolineare, "non ha padroni". E alla fine della giornata, quando la direzione ha avallato la sua linea, Bersani ha potuto dire di essere "molto soddisfatto".
La Direzione nazionale del PD vista da chi c’era
La Direzione nazionale del PD vista da chi c’era
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