Fonte: Giuliana Gargiulo da il Roma
Sorrento - In anticipo sull’estate, sul desiderio di mare e di gite di barca, una bella mostra ci racconta più storie. Allestita a Villa Fiorentino a Sorrento, corredata da un catalogo efficace ed esauriente, a cura di Massimo Maresca e Biagio Passaro, la mostra “La marineria della Penisola Sorrentina” racconta un passato prestigioso che ha dato alla zona valore e vanto. Direttore della Fondazione Sorrento, il Capitano Luigi Gargiulo racconta: «La mostra nasce propedeutica ad un evento che seguirà: “Per i mari del mondo: uomini e navi della Flotta Lauro 1923 – 1982”, una mostra che sarà presentata nel 2012. “La marineria della Penisola Sorrentina”, che ha avuto elogi e consensi non solo dagli addetti ai lavori, intende dimostrare che la storia, le tradizioni e i mestieri che hanno dominato la Penisola sorrentina e le sue spiagge, dal 1700 fino alla metà del 1900, sono alla base di una riconosciuta tradizione armatoriale nota a livello mondiale. Non a caso il “ San Michele”, l’ultimo varo di grandi dimensioni fatta dalla Marina di Cassano, risale al 1947 e l’ultima barca varata dalla spiaggia di Alimuri a Meta è stata la “Sorrentina” del Gruppo Gruson ». Sulla parole del direttore inizio il mio viaggio “per mare”.
Interessante e coinvolgente, la mostra “La marineria della Penisola sorrentina” dichiara subito il suo fascino. Si snoda attraverso sale e sale, nelle quali si sommano ogni tipo di testimonianze: dalle polene scolpite agli ex voto dipinti su tela, dalle foto degli armatori ai modellini di centinaia di imbarcazioni (nella foto quello della Amerigo Vespucci). «Scopo della Fondazione, sia con la mostra che con il catalogo», aggiunge il direttore, «è far conoscere Sorrento nel mondo». Vanto della Penisola sorrentina, storia del passato che arriva fino ai giorni nostri, quella della marineria comincia fin dal Settecento quando nelle zone costiere iniziarono a costruire natanti di ogni genere. Mentre scomparivano imbarcazioni mediterranee come i picchi, le polacche e le marticane, venivano costruiti brigantini e golette, tipi di imbarcazioni più adatte anche alla navigazione atlantica. Nel susseguirsi degli anni e con l’incremento dell’attività, tante imbarcazioni realizzate nella costiera sorrentina ottennero riconoscimenti internazionali. Secolo d’oro della marineria sorrentina fu l’Ottocento, quando, per merito di intere famiglie armatoriali e di grandi maestri d’ascia, le imbarcazioni divennero sempre più curate. Le attività marinare inclusero tutta una serie di attività ad esse collegate, arricchendo il settore di significative testimonianze: cappelle votive, ritratti di armatori, polene di rara bellezza, ex voto con storie dipinte... Intere famiglie si dedicarono alla marineria tra le quali la ditta Ciampa e Starace. Grande merito nella conoscenza del mare e di tutto quanto lo riguarda va dato all’Istituto nautico Nino Bixio di Piano di Sorrento, il più antico d’Italia dal quale sono usciti i più grandi armatori degli ultimi duecento anni. Ciampa, attivo tra l’Ottocento ed il Novecento, Achille Lauro 1923-1982, e ai giorni nostri Gianluigi Aponte dal 1970 a capo di una flotta di centinaia di imbarcazioni. Se sono lontani i tempi in cui Ferdinando e Maria Carolina di Borbone attraversavano il Tirreno da Napoli a Palermo e altre barche più piccole, per soddisfare la richiesta turistica, collegavano Sorrento alla Grotta Azzurra, la storia della marineria non si è fermata. Vanto di una tradizione secolare raccontata magistralmente nelle tante sale di Villa Fiorentino. Ancora fino a domenica, da non perdere.
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