Fonte: Gerardo Ausiello da il Mattino
La frase che ha fatto infuriare i governatori del Sud è scritta in modo inequivocabile nella lettera che il premier Silvio Berlusconi ha consegnato all’Unione europea: tra le ipotesi sul tavolo c’è infatti quella di «una riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale dei programmi comunitari»: a conti fatti, si tratta di circa 8 miliardi di euro, di cui 1,5 destinati alla Campania. Risorse che oggi spettano di diritto alle Regioni meridionali mentre con i nuovi criteri sarebbero programmate attraverso un percorso di concertazione. Bisognerebbe dunque trattare, senza alcuna certezza. Stefano Caldoro, presidente della giunta campana, non ci sta e annuncia battaglia: «Neppure un euro dev’essere sottratto al Mezzogiorno. Se ciò dovesse accadere sono pronto allo scontro con il governo. Non ho paura di difendere i diritti del Sud». Cosa fate? Dissotterrate l’ascia di guerra? «Senza il Meridione l’Italia non cresce, come ha ripetuto spesso il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Per questo motivo se sarà necessario ci assumeremo la responsabilità di affrontare chi nel governo dovesse pensare ad una soluzione penalizzante per le Regioni del Sud». Siete contrari all’istituzione di un tavolo di concertazione per l’assegnazione del 35 per cento di cofinanziamento statale? «Può essere una soluzione ma se saranno le Regioni a decidere come utilizzare tali risorse». Altrimenti? «Il rischio è che si faccia come con i Fas, utilizzati anche per le quote latte».
È colpa della solita Lega? «In generale le Regioni del Centro-Nord, che difendono legittimamente i propri interessi, cercano di ottenere maggiori risorse. Ma ciò non pub avvenire a discapito del Sud». Il problema resta. Voi cosa proponete? «La vera sfida riguarda il patto di stabilità: è necessario prevedere una deroga, totale o anche parziale, del cofinanziamento statale e regionale mettendo queste risorse sullo stesso livello di quelle europee, che già sono fuori dal patto. Ho accolto con soddisfazione il sostegno a questa battaglia manifestato in un’intervista al Mattino dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, così come il supporto che è giunto darle forze sociali». Su questi aspetti ci sono margini di trattative? «Da parte nostra assolutamente sì. Ci interessa risolvere il problema, non fare polemiche. Per questo chiediamo che la cabina di regia sia coordinata dalla presidenza del Consiglio con il dipartimento delle politiche di coesione». Anche il Sud, però, ha le sue responsabilità per non aver sempre speso bene e In tempo i fondi europei. «Per quanto riguarda la Campania abbiamo messo in campo nuovi criteri rispetto al passato. Non più microinterventi, i finanziamenti vengono ora concentrati sui grandi progetti. E i risultati stanno arrivando: l’Unione europea ha ritenuto ammissibili i tredici interventi presentati, che riguardano aree strategiche come Napoli Est e il centro storico di Napoli ma anche importanti infrastrutture come la metropolitana e la depurazione e quelle per le aree interne. Siamo inoltre in attesa del via libera sul grande progetto interregionale per Pompei. Il commissario Johannes Hahn ha parlato di un cambio di passo che ci fa ben sperare». La strada, però, resta in salita. «Certo ma nelle ultime settimane abbiamo centrato un altro traguardo utile raggiungendo gli obiettivi per gli impegni giuridicamente vincolanti, pari a circa 1,3 miliardi di euro, e scongiurando il rischio di disimpegno. Un indice della buona capacità di spesa. Lavoriamo inoltre senza sosta in vista della programmazione 2014-2020 che sarà cruciale per lo sviluppo del nostro territorio».
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