di Pier Luigi Bersani
«Ricorre quest’anno il ventiduesimo anniversario della morte del Presidente Sandro Pertini. Mi chiedo quale sia il modo giusto per ricordare la figura di questo grande italiano e, soprattutto, da dove sia più opportuno cominciare». «Dal giovane Pertini che, pur contrario all’intervento dell’Italia nella Prima Guerra mondiale, decise di arruolarsi perché: “Se a combattere dovevano andare i figli degli operai e dei contadini, dovevo andarci anche io”; dall’antifascista che non si piegò mai alla violenza, ai Tribunali Speciali, al carcere e che partecipò alla lotta partigiana; dall’uomo delle Istituzioni che da Presidente della Repubblica riuscì a stabilire in anni difficili, segnati dal terrorismo e dal terremoto in Irpinia, un legame profondo con il popolo italiano e, in particolare con i giovani. No, io credo che la cosa più giusta sia partire dai suoi ideali». «Pertini li interpretò sempre come l’unione inscindibile tra due principi: la libertà e la giustizia sociale. Non avrebbe in nessun modo sacrificato l’una a danno dell’altra: “Non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà”, sosteneva Pertini, era questo il suo convincimento profondo. Tutto il percorso umano e politico di Pertini è segnato da questa incrollabile certezza. Un’idea di libertà che non si chiude nell’individualismo e nell’egoismo ma che, al contrario, si coniuga con la giustizia sociale. Due valori che devono camminare insieme, perché non si può essere liberi da soli, né si può star bene da soli ma soltanto in relazione con la libertà e la dignità di tutti gli uomini e le donne del mondo». «Il riformismo nasce da un'idea che ha preso le mosse da un solco profondo e che affonda le sue radici molto lontano. L’insegnamento che ci viene da Sandro Pertini è che la politica deve avere a che fare con il pensiero, con la nobiltà delle idee, e con la volontà di testimoniarle con la propria vita».
1 commento:
Rilevo che avete ritenuto di non pubblicare un breve mio scritto in onore dell'ex Presidente della Repubblica nel quale ha trovato spazio una mia riflessione sicuramente incontestabile;se tale scritto l'avete ritenuto censurabile, anche perchè sono un assiduo frequentatore del sito, vorrei conoscere il perchè; contrariamente avrò motivo di trarne le conclusioni, o meglio, non entrarci mai più,anzi cancellarmi, grazie ennio.
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